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Animal Cafè: pro e contro del fenomeno mondiale (FOTO)

Gli Animal Cafè hanno spopolato in tutto il mondo, dalla Cina all’America, capiamo insieme i pro e i contro di queste strutture

Gattino in un Animal Cafè (Screen Instagram)

Fenomeno partito dall’Asia, gli Animal Cafè hanno presto conquistato tutto il mondo. Dalla Cina all’America, passando per l’Europa, sono state tantissime le aperture di questi nuovi locali nei quali si può consumare come in qualsiasi bar, ma con la vicinanza dei nostri amici animali.

Tutto ha inizio quando le strutture sono state rese accessibili ai padroni con i propri animali domestici. Insomma godersi un buon caffè, una tazza di tè o un dolce senza dover rinunciare alla compagnia dei nostri pelosetti. Il primo aprì nel 1988 a Taiwan, seguito dal Giappone nel 2004, precisamente ad Osaka. Dato l’enorme successo, si è passati velocemente, da luoghi dove si poteva consumare con i propri animali domestici, cani o gatti era indifferente, a locali che ospitano animali di qualunque specie, dai procioni alle pecore, dai conigli ai rettili, si può interagire con loro come stando in uno zoo, ma senza avere l’intralcio delle gabbie.

Probabilmente il grande successo avuto, è da affibbiare non solo alla possibilità di osservare da vicino animali molti dei quali avremmo visto tramite un vetro in un parco, ma anche per l’atmosfera che viene creata appositamente in queste strutture. L’obbiettivo è far sentire le persone come a casa, cullate dal calore familiare.

L’intero locale infatti è strutturato per far si che sia clienti che animali vivano un’esperienza di relax, scegliendo anche soluzioni di insonorizzazione dai rumori della città che li circonda. Un vero e proprio fenomeno che affascina tutti, ma che come tutte le cose ha dei pro e dei contro, vediamoli insieme.

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Animal Cafè: pro e contro del fenomeno mondiale

Maialino in un Animal Cafè (Screen Instagram)

Nati per ospitare cani e gatti, ben presto chi frequenta questi locali è potuto entrare in contatto con moltissime altre specie. Ad esempio ci sono i rabbit cafè, nati in Giappone, dove è possibile ammirare questi roditori chiusi nelle loro gabbiette, oppure avere l’opportunità di farsi una passeggiata nei giardini delle strutture.
I sheep cafè, nati in Corea del Sud, dove due pecore sono le star del locale, potendole ammirare mentre vengono nutrite o osservate mentre trascorrono il loro tempo. I raccoon cafè, sempre in Corea del Sud, dove i procioni vengono alimentati o guardati mentre mangiano. O i reptile cafè, nativi della Cambogia, dove i rettili come serpenti, iguane o tartarughe sono libere e i clienti possono interagire con loro. E ancora moltissimi altri, i bird cafè, ovvero dove prevale la presenza di uccelli come pappagalli, gufi o falchi, o gli hedgehog cafè, locale dove regna la presenza di ricci.

Insomma tante tipologie anche se i più diffusi restano sempre quelli per cani e gatti. Negli Animal Cafè si può quindi interagire liberamente con gli animali presenti, consumando comodi ad un tavolino mentre loro ti gironzolano intorno. Ci sono però non pochi problemi legati a questi posti.

Se per i locali Europei, ci sono delle regolamentazioni più ferree e gli animali sono più controllati, non risulta lo stesso per l’Asia.
Uno dei fatti che fa più storcere il naso è legato alla provenienza di molti di loro, fatto non troppo chiaro soprattutto per gli animali che sono considerati esotici e a rischio.

Questo ci porta alla seconda controversia legata alla diffusione del pensiero di poter trattare animali, che dovrebbero vivere liberi nei loro habitat, come animali da compagnia. In pratica l’associare l’idea di un essere umano che si relazione con animali selvatici comportandosi come se fossero gatti o cani, rafforza l’idea del tutto errata che effettivamente possano essere trattati come tali, e soprattutto la volontà dell’acquisto di uno di questi, che siano esotici o selvatici, atto contrastato da tutte le associazioni per la difesa dei diritti degli animali. Un altro punto che preoccupa, riguarda la salute di questi animali. Molti di loro richiedono controlli periodici, o attenzioni particolari, che i proprietari dei locali non sono in grado di fornire.

Non sono però solo negative gli aspetti legati a questo fenomeno. Nella pratica ci sono delle regole da dover prendere alla lettera, quando si entra in queste strutture, come lavarsi accuratamente le mani e togliersi le scarpe, non dare assolutamente agli animali cibo che non sia fornito dal locale stesso, non scattare foto con flash, entrare in un numero controllato, e soprattutto non disturbare gli animali mentre dormono.

Inoltre ci sono anche dei controllori che si fingono clienti per poter sorvegliare che si svolga tutto secondo le regole per poter salvaguardare gli animali che ad esempio, non possono “lavorare” per più di 6 ore, non possono essere baciati sui musetti e non possono essere stretti troppo forte. Un ultimo, ma non meno importante problema che preoccupa è la possibile fuga di questi animali per tornare nel loro habitat, cosa che provocherebbe non solo il temere l’ipotetica trasmissioni di malattie, ma anche un’alterazione della flora e fauna locale.

Gli Animal Cafè sono anche oggetto di studio a livello sociale.
Il fenomeno così diffuso soprattutto in Oriente, è la prova del bisogno degli esseri umani di un contatto fisico, di amore e come lotta contro l’alto numero di suicidi che affliggono quelle zone.
Un altro preoccupante fatto che avviene, e che magari con l’aiuto degli animali potrà diminuire, è il hikikomori, ovvero ragazzi giovanissimi che restano chiusi nelle loro camere, che come unico contatto con il mondo esterno hanno i loro computer.

Amo gli Animal Bar” racconta così una ragazza giapponese giovanissima, che lavora nella metropolitana di Tokyo “possono in parte compensare la mancanza di affettuosità tra le pareti domestiche dopo una giornata di sfiancante lavoro“.

Soprattutto nelle grandi città frenetiche come Tokyo, le persone hanno bisogno di amore e tranquillità, per fermare la frenesia della loro vita, coccole che gli animali possono donarti. Ma abbiamo l’obbligo di non dimenticarci che come noi abbiamo dei bisogni che loro soddisfano, anche loro hanno delle necessità e non dobbiamo essere egoisti nel non prenderci cura di loro nel modo più giusto, in particolar modo lasciando che gli animali liberi, restino tali.

 

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F.D.M

Francesca DM

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