Un consumatore occasionale di marijuana o di alcool rischia gli arresti domiciliari in direttissima, con tanto di ritiro immediato della patente. Ma chi uccide un animale continua tranquillamente ad aspettare anche per anni un processo, indisturbato. Una scala di valori che solleva non poche perplessità tanto più se poi come nel caso di Irgoli, in flagranza di reato, il responsabile di maltrattamento e dell’uccisione di un cucciolone di nome Amore, dopo due anni, è stato condannato a fornire prestazioni ai servizi sociali, una volta al mese.
La stessa situazione sembra ripetersi a Sangineto, in provincia di Cosenza, per il caso di Angelo, il cane bianco, che quattro ragazzi hanno impiccato e ucciso a bastonate, filmando tutta la macabra sequenza dell’agonia del povero animale. Recentemente un servizio delle Iene ha riportato in primo piano la vicenda di Angelo mentre il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus assieme al Partito Animalista Europeo danno appuntamento
hanno promosso una manifestazione il prossimo 26 novembre dando appuntamento alle 14h a Sangineto per chiedere giustizia.
“La manifestazione si prefigge l’obiettivo di portare all’attenzione dei nostri parlamentari la necessità di inasprire le pene per i reati di maltrattamento animale. Carcere certo per chi uccide. Con l’attuale legge nessun colpevole varcherà mai la soglia della galera. I politici sono indifferenti ai maltrattamenti animali pertanto la questione deve diventare di ordine pubblico. Qualsiasi fatto dovesse accadere nel corso della manifestazione saranno loro i responsabili. Soltanto con mobilitazioni di massa e lotte di piazza si sono conquistati i diritti umani e civili”, chiosa l’invito a chi intende partecipare alla manifestazione (consulta la pagina Facebook dell’evento).
Le associazioni denunciano che il processo ancora non comincia e i giovani assassini, Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Luca e Francesco Bonanata rischiano di uscire con una una condanna lieve perché sono incensurati.
“Siamo in attesa del processo. Con tutta la mobilitazione che c’è stata, con tutte le petizioni e le manifestazioni che si svolte in giro per l’Italia credevamo che il processo sarebbe stato istruito più velocemente… Invece, siamo ancora qui che aspettiamo. La nostra domanda di costituirci parte civile è lì, ferma in Tribunale a Paola, ma non molliamo”, ha dichiarato Edgar Meyer dell’associazione animalista Gaia Animali e Ambiente.
Anche se il Tribunale è intenzionato a procedere rapidamente emerge che la Procura competente di Paola è sovraccarica di casi.
A sollecitare il processo anche i cittadini e le autorità locali di Sangineto che hanno respinto le accuse di essere “omertosi”. Con una lettera aperta pubblicata da “Quicosenza.it” i cittadini hanno chiesto al sindaco che sia garantita una giusta punizione.
“A scrivere siamo diverse persone di Sangineto. Abbiamo inviato lettere e abbiamo telefonato in Comune per richiamare l’attenzione sul caso e per fare in modo che nessuna opportunità fosse mancata per assicurare la più esemplare condanna nei confronti di chi aveva commesso quell’inqualificabile gesto. E ciò non solo nei confronti del povero cane, ma nei confronti di tutte le persone sensibili e per bene che a Sangineto vivono o villeggiano e che ne hanno sempre rispettato le persone, gli animali e l’ambiente. Purtroppo, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Quanta indifferenza da parte delle istituzioni di Sangineto e della comunità stessa”, hanno scritto i residenti della località calabrese.
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