Angelo per non dimenticare: finite le riprese del cortometraggio

Angelo per non dimenticare: finite le riprese del cortometraggio

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Locandina Angelo, cortometraggio

Un emblema, un simbolo delle piccole vittime della crudeltà e della violenza dell’uomo nei riguardi degli animali. Il povero Angelo era un cane randagio, ormai era abituato a sopravvivere ogni giorno per le strade e la campagna, senza fare del male a nessuno. Angelo si fidava delle persone, amava le carezze ed era un esemplare innocuo. La sua gentilezza lo ha condannato alla peggiori delle sorti. La storia di Angelo è rimbalzata sulla cronaca nazionale nell’estate del 2016 e ha avuto una grossa risonanza mediatica per l’atrocità con la quale è stato barbaramente ucciso. Cittadini indignati e associazioni animaliste scesero in piazza per condannare quella violenza della quale sono stati responsabili quattro giovani ragazzi. In occasione di una manifestazione nazionale, promossa nel mese di novembre del 2016, la stessa figura del Presidente del Senato, Pietro Grasso, in veste delle istituzioni inviò un messaggio con il quale ricordò che “La tutela degli animali è una questione di rilevante interesse nazionale che richiede un approccio multidisciplinare e un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la società in ogni sua componente: etica, sociale, economica ed istituzionale”.

Al povero Angelo, legato ad un albero e ucciso a bastonate a Sangineto, in Calabria è stato anche dedicato un Monumento.

Oltre all’atrocità commessa vi era anche l’aggravante del fatto che i quattro responsabili del gesto hanno ripreso tutta la scena e poi condiviso il filmato in rete come per vantarsi. A distanza di un anno, arriva la condanna e lo scorso 27 maggio, i giovani sono stati condannati alla massima pena, di 16 mesi di reclusione che con il rito abbreviato si è permutata a 6 mesi di servizi sociali Nonostante l’esito del processo definito “storico”, le associazioni animaliste hanno ricordato la necessità dell’inasprimento delle pene in materia di maltrattamento e uccisione di animali.

La storia di Angelo, ucciso a Sangineto, diventa un cortometraggio

Ecco perché la battaglia in nome di Angelo prosegue, per non dimenticare la sofferenza e il dolore al quale una creatura innocente è stata condannata e che, in parte, alcune persone hanno voluto minimizzare e giustificare come “bravata”, in una sorta di rito omertoso attorno ai quattro giovani ragazzi.

Angelo è diventato protagonista di un cortometraggio firmato Newscapes Entertainment e Lega Nazionale difesa del cane (LNDC). In un comunicato la Lega del Cane ha annunciato la fine delle riprese, sottolineando che “la storia di Angelo sarà raccontata con delicatezza e senza scene cruente, ma dando spazio anche alle persone buone che il povero cane ha incontrato sul suo cammino.

Lndc ha voluto in questo modo rendere !omaggio ad Angelo e a tutti gli animali barbaramente uccisi”, dichiarando che “continueremo a batterci senza sosta per tutelare i più indifesi e chiedere un inasprimento delle pene”.

Una triste vicenda che ha colpito il senso comune e per questo Newscapes Entertainment ha voluto coinvolgere LNDC in un progetto, un cortometraggio intitolato “Angelo – Life of a Street Dog” per onorare la memoria di questo dolce cane di strada e sensibilizzare più persone possibili sulla dura vita dei tanti randagi che ancora oggi popolano l’Italia.

“Voglio ringraziare innanzitutto il regista Andrea Dalfino”, ha dichiarato Piera Rosati, Presidente LNDC, “per averci scelto come partner ufficiale di questo ambizioso progetto. Grazie a questo cortometraggio la storia di Angelo farà il giro del mondo e sarà di monito per tutti. Andrea ha scelto di raccontare la storia con grande delicatezza e non ci saranno scene cruente. Al contrario abbiamo voluto dare spazio anche alle persone buone che Angelo, come ogni altro randagio, ha incontrato sulla sua strada”.

Il regista Andrea Dalfino ha invece tenuto a sottolineare che “abbiamo voluto raccontare anche un pezzetto della vita di Angelo, non focalizzarci solo sulla sua morte, per poter essere in grado di lasciare anche dei messaggi positivi e di speranza a tutti coloro che decideranno di guardare il nostro film. Ovviamente la fine tragica di Angelo è stata la molla che mi ha spinto a realizzare questo corto, perché non cada tutto nel dimenticatoio. E vorremmo anche che questa tragedia non sia avvenuta invano, da qui l’idea di devolvere tutti gli eventuali proventi a progetti in favore degli animali maltrattati”.

Per il cortometraggio è stato utilizzato un cane di nome Lapo, del canile seguito dalla Sezione LNDC di Altamura, e che ha incarnato il ruolo di Angelo, seguito da Roberto Marchesini e dagli educatori cinofili SIUA per che hanno garantito il benessere di Lapo e degli altri animali coinvolti e che Lndc ha tenuto a ringraziare, come anche i volontari che si sono prestati per la pellicola.

C.D.

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