Andrea è un ex militare di 52 anni che vive solo a Grosseto e che qualche tempo fa ha sentito degli strani rumori provenienti dall’immondizia. Ha scoperto così che c’era un cucciolo di pochi giorni, abbandonato e ha deciso di fargli da ‘mamma’. La sua vicenda è stata raccontata da ‘Il Tirreno’. Quel cucciolo ora si chiama ‘Busto’, vale a dire ‘Robusto’, per la sua grande capacità e spirito di sopravvivenza.
Il suo ritrovamento è avvenuto in piena notte, in zona Rugginosa a Grosseto. Ma ora Andrea, che ha lasciato le Forze Armate perché voleva fare l’autista, è in difficoltà, perché dorme in un giaciglio di fortuna e vogliono portargli via quel cane. L’animale – ricorda Andrea – sarebbe stato lanciato da un’auto in corsa all’interno di un sacco di plastica nero. All’interno c’erano anche bottiglie di vetro. Busto ora ha tre mesi e lui e Andrea sono inseparabili.
Andrea racconta: “Il 90 per cento di quello che mi danno, io lo spendo per lui. Veterinario, guinzaglio, cuscino, trasportino… Mi compro da mangiare? Se risparmio 50 centesimi, li metto da parte per lui”. Quindi ha continuato: “La volontaria di un’associazione è venuta a controllare come lo tengo e mi ha detto che sarebbe meglio che lo dessi a loro per metterlo in adozione“. Andrea non ci sta: “Se mi tolgono lui combatto e a quel punto non avrò più nulla da perdere”.
Paolo Beber e il suo cane ‘Orso’
La vicenda ricorda quella di Paolo Beber, un ex senza fissa dimora, al quale a inizio giugno era stato sequestrato il cane Orso. Dopo qualche settimana era poi arrivata la decisione dei giudici, resa nota dagli avvocati dell’uomo: “Via il sequestro, Orso può lasciare il canile e Paolo Beber può riportarlo a casa”. Il cane era ‘recluso’ nel canile municipale. La colpa del povero animale era quella di essere un rottweiler, quindi potenzialmente una razza aggressiva e pericolosa, da qui la decisione dei giudizi a scopo cautelativo.
Era stato Paolo Beber, lo scorso sei giugno, ad annunciare via Facebook: “Mi hanno sequestrato Orso”. Da quel momento in poi era partita una gara di solidarietà nei suoi confronti con tanto di petizione online e una campagna con l’hashtag #noistiamoconpaoloeorso.
“Al telefono piangeva, ho cercato di infondergli fiducia, dicendogli che sarà depositato una richiesta di dissequestro, ma è molto provato, Orso è la sua famiglia”, aveva detto il legale dell’uomo, Matteo Pallanch, subito dopo che Orso era stato sequestrato.
GM