La sfida di André-Joseph Bouglione, ex domatore che ha deciso di dire basta allo sfruttamento di animali nei circhi e si racconta in interviste e video, oltre che in un libro.
André-Joseph Bouglione, discendente di una famosa famiglia di domatori, 44 anni, ha fatto una scelta con la quale si è praticamente messo contro i suoi parenti. Infatti, ha deciso di abbandonare l’attività circense di domatore. In un libro, ha racchiuso la sua esperienza, parlando delle liti e dei conflitti che lo ha visto opporsi, fin da giovane, al resto del clan Bouglione e in particolare ai suoi cugini. Ma soprattutto denuncia lo sfruttamento degli animali nei circhi e presenta il progetto che sta portando avanti con la moglie Sandrine, ex domatrice: un “eco-circo umano al 100%”.
Intervistato da Vanity Fair, Bouglione dichiara: “Pensare che un leone in gabbia, sia un animale felice, è pura follia”. L’ex domatore non ha alcun timore a denunciare le violenze subite dagli animali, “domati spesso a scudisciate, sottomessi a logiche assolutamente contro natura e costretti a vivere in gabbie esigue”. Anche l’Italia sta facendo passi in avanti contro l’utilizzo di animali nei circhi. Lo scorso novembre, al termine di un lungo iter, è stata approvata con 265 voti e 13 no, la legge delega di riordino del settore dello Spettacolo che prevede il superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi e nelle attività dello spettacolo viaggiante.
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André-Joseph Bouglione, grazie al suo impegno in tal senso, è diventato un vero simbolo. E spiega che nonostante l’impegno di ben 40 Paesi nel mondo, poco è cambiato e tanti animali restano nei circhi: “Non più graditi, sono ancora più maltrattati”. L’ex domatore, a ‘Libération‘, ha raccontato la storia della sua famiglia: “Sono nato in una delle famiglie di circhi più famose di Francia. I miei zii Firmin, Emilien, Sampion e mio padre Joseph erano la quarta generazione, i miei cugini e io apparteniamo alla quinta generazione. Per quanto riguarda mia moglie Sandrine, nata Suskow, viene da una famosa linea di domatori tedeschi. Abbiamo entrambi fatto la maggior parte delle nostre carriere da domatori, sia con tigri, che con leoni o elefanti. Siamo stati condizionati sin dall’infanzia nell’addestrare gli animali. Per noi è stato naturale”.
L’ex domatore capisce che quel mondo non fa per lui: “Mia moglie ed io siamo convinti che l’unico modo per salvare il circo tradizionale sia smettere di usare gli animali. Ho notato da diversi anni che questi numeri creano disagio perché il pubblico è ora più sensibile alla causa animale. Improvvisamente, molti preferiscono non venire al circo”. Insomma, “la gente ama ancora il circo, ma non vuole più vedere gli animali in pista”.
E così nasce l’idea di un circo “ecologico e 100% umano”, raccontata nel libro, uscito un mese fa in Francia: “Sarà un circo educativo che girerà in Francia in tre o quattro città all’anno. L’idea è di offrire alle scuole un programma educativo per mostrare le arti circensi tradizionali e le sue varie attività commerciali. Spiegheremo perché non dobbiamo più avere animali nei nostri spettacoli”. Non si tratta di un processo semplice e Bouglione lo sa bene: “Salutare i grandi felini sarà difficile perché sono numerosi; dovremmo già iniziare proibendo la loro riproduzione”.
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GM
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