Ancora orrore in Cina: un altro cucciolo trovato con gli arti amputati

Ancora orrore in Cina: un altro cucciolo trovato con gli arti amputati

Era solo un cucciolo, con lo sguardo pieno d’amore nonostante il male che aveva subito. Il cagnolino è stato individuato e segnalato tra i banchi di un mercato nella città di Sanhe, nella provincia di Hebei in Cina dove con molte probabilità qualcuno stava cercando di venderlo, ancora vivo, come carne da macello.

Quello che ha fatto inorridire i volontari che sono giunti sul posto è che al povero cane erano state amputate tutte e quattro le zampe, in modo che non potesse scappare. Stesse modalità registrate dall’associazione Guardians of Chinese Animal Protection che lo scorso 7 febbraio aveva denunciato il ritrovamento di un cane in condizioni simili, all’esterno di un ristorante, che doveva essere cucinato.

Ricordando che si tratta di un’usanza diffusa in Cina nei casi di cani destinati all’alimentazione per evitare la loro fuga, la Guardians of Chinese Animal Protection denunciò come in realtà sia illegale non solo in violazione alle norme del benessere animale ma anche da un punto di vista igenico sanitario.

Eppure, questa usanza non stenta a sparire e a distanza di neanche una settimana si è verificato un caso simile. Stando a quanto riferisce con un post, la cagnolina trovata al mercato è stata salvata da alcuni volontari che l’hanno portata in una clinica veterinaria per le cure.

In attesa degli aggiornamenti, l’associazione rende noto di seguire il caso e che questa dolce creatura non sarà più lasciata sola.

Di sicuro, questa immagine, come molte altre, non può essere dimenticata. Questo cucciolo sfortunato forse un giorno, grazie alla tecnologia e alle protesti, forse potrà tornare a camminare e a correre, lasciandosi alle spalle l’orrore e un destino crudele al quale era stato condannato.

Non si tratta più di condannare il consumo della carne di cane, quanto delle modalità crudeli e brutali, con le quali non viene rispetto l’animale, che sia d’affezione o da corte. Non è giusto che questi esseri debbano soffrire in questo modo prima di essere uccisi.

In casi come questi, è difficile pensare alle parole di Fabrizio De André nella canzone “il Testamento di Tito” in cui il cantautore genovese sottolinea “Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l’amore”. Difficile perdonare chi tortura un animale in questo modo…

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