Non c’è tregua nella provincia di Catania dove ogni giorno i volontari sono alle prese con abbandoni e randagismo. A questo si aggiunge il drammatico fenomeno che ha preso piede in questi ultimi mesi, come denunciato nel mese di dicembre 2016 da una volontaria, quello dell’uccisione degli esemplari, soprattutto tramite avvelenamento.
Questa volta è l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (Enpa) che denuncia la “strage senza fine” di due cani randagi trovati avvelenati tra i quali uno non è riuscito a sopravvivere.
Ancora una volta Paternò rimbalza in primo piano per la crudeltà con la quale alcuni individui se la prendono con esseri indifesi. I cani che sono stati vittime dell’ultimo episodio di avvelenamento erano cani di quartiere, conosciuti da tutti e si chiamavano Ciccio e Gino che non ce l’ha fatta. Ciccio, sottolinea Enpa, sta combattendo per restare in vita.
“Siamo stanchi e addolorati per questi terribili episodi che si ripetono ormai con una cadenza impressionante. Nel quartiere non vi sono più tracce degli altri cani randagi che di solito popolavano la zona e l’ENPA in queste ore sta cercando di verificare se ci sono altri cani avvelenati”, ha dichiarato Cataldo Paradiso, Presidente provinciale dell’ENPA di Catania, precisando che i volontari, dopo il ritrovamento dei due cani avvelenati, si sono adoperati in tarda serata ad effettuare un giro di ricognizione per verificare la presenza di altre esche o altri randagi sul territorio che potevano essere stati avvelenati.
Nella nota, la sede locale Enpa conclude con amarezza constatando che sul posto erano presenti diverse associazioni animaliste e alcuni cittadini, ma che non vi erano le autorità o istituzioni competenti, sottolineando che “la Polizia Municipale, che si è limitata soltanto a far recuperare i due cani in questione”.
Enpa ricorda che in questi casi “la zona doveva essere bonificata e tabellata, come previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute, ma nulla di tutto questo è stato fatto nell’immediato”, invitando pertanto “il Sindaco ad avviare subito le indagini per scoprire gli autori di questi ignobili reati e occuparsi in maniera seria del fenomeno del randagismo, che ormai ha assunto dimensioni drammatiche”.
La stessa volontaria Federica Anzaldi che aveva denunciato nel mese di dicembre il caso di un cucciolo impiccato sempre a Paternò aveva anche lei evidenziato l’assenza delle istituzioni, denunciando con un appello disperato una situazione omertosa e di clientelismo. Un po’ come nel caso di Angelo, il povero esemplare ucciso a bastonate a Sangineto in Calabria, per il quale alcuni cittadini si erano schierati in difesa del giovane.
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