Tra gli animali mammiferi le femmine sono più longeve
Uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, guidati da Jean-François Lemaître, ricercatore del CNRS al Laboratoire biométrie et biologie evolutive dell’Université Claude Bernard Lyon 1, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha preso in esame la longevità negli animali.
La ricerca intitolata “Sex differences in adult lifespan and aging rates of mortality across wild mammals” è stata condotta sui dati demografici di 134 popolazioni di 101 specie di mammiferi, spaziando dai pipistrelli ai leoni, orche fini ai gorilla.
In base ai risultati è stato confermato che “nel 60% dei casi, le femmine vivono più a lungo dei maschi: la loro longevità è in media superiore del 18,6% di quella dei maschi (la differenza è solo del 7,8% tra gli esseri umani)”.
Longevità nei mammiferi
A dire il vero, per gli scienziati, non è sempre la differenza di genere che influisce sulla longevità. Infatti, sottolineano i ricercatori, “per circa la metà delle popolazioni studiate, questo aumento è anche più pronunciato tra le femmine. Ma quest’ultime conservano comunque a tutte le età della vita un rischio di mortalità più bassa di quello dei maschi”.
Secondo l’autore dello studio, “l’entità della durata della vita e dell’invecchiamento tra le specie è probabilmente un’interazione tra le condizioni ambientali e le variazioni genetiche specifiche del sesso”.
Ad esempio, esaminando le pecore selvatiche Bighorn i ricercatori hanno verificato che “laddove le risorse naturali erano costantemente disponibili, c’era poca differenza nella durata della vita. Tuttavia, in un luogo in cui gli inverni erano particolarmente rigidi, i maschi vivevano vite molto più brevi. I maschi di bighorn utilizzano molte risorse per la competizione sessuale, per la crescita di una grande massa corporea e potrebbero essere più sensibili alle condizioni ambientali. Così, chiaramente, l’entità della differenza nella durata della vita è dovuta all’interazione di queste genetiche specifiche per il sesso, al fatto che i maschi dedicano più risorse a funzioni specifiche rispetto alle femmine e alle condizioni ambientali locali”.
Alcuni studi precedenti, come cita greenreport.it, tra i quali lo studio “The sex with the reduced sex chromosome dies earlier: a comparison across the tree of life”, pubblicato su Bology Letters condotto da un team di ricercatori dell’università del New South Wales – Sydney ha mostrato che le differenze genetiche tra maschi e femmine sarebbero importanti anche negli esseri umani. Tra e ipotesi “il cromosoma Y nei sessi eterogametici – quelli con cromosomi sessuali XY (maschi) anziché XX (femmine) – sia meno in grado di proteggere un individuo dai geni nocivi espressi sul cromosoma X”.
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C.D.