Anche gli insetti “sanno di sapere”. Se la cosa viene data per scontata nelle specie dei vertebrati, in particolare mammiferi ed uccelli, gli ultimi studi condotti in merito fanno emergere la possibilità che anche mosche, moscerini ed affini possiedano una sorta di autocoscienza. Di questo se ne è parlato sulla rivista specializzata inglese ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, in una pubblicazione a cura degli scienziati australiani Barron e Klein, per i quali anche esseri dal sistema nervoso molto semplice possano avere nel loro cervello alcune strutture tipiche di esseri più complessi.
Nell’uomo ad esempio è il mesencefalo ad elaborare i segnali, attraverso parti come il talamo e lo striato, con le informazioni recepite all’esterno del corpo umano che vengono studiate, analizzate ed interpretate in modo tale da avere il pieno controllo del proprio corpo, in totale coscienza, appunto. Questo lo fanno anche gli insetti: pensate alla mosca che riesce a scampare ad un colpo ben assestato o che se indirizza verso fonti di nutrimento. Tutto questo non avverrebbe in maniera automatica ma sarebbe invece un qualcosa di consapevole, dopo aver elaborato i dati ambientali circostanti.
Un altro esempio proposto è quello relativo alle api ed alle formiche, due tipologie di insetti molto note per la loro organizzazione di gruppo collettiva, che scelgono sempre strade diverse per procacciarsi i cibo. Questo sarebbe dovuto per l’appunto alla analisi che compiono del mondo che li circonda. Ed allo stesso modo ci sono elementi che fanno pensare che gli insetti si basino nella loro esistenza anche su ricordi ed altre sensazioni emotive.