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Amore, il cane ucciso ad Irgoli: no alla “messa alla prova”. Al via petizione

E’ stato vigliaccamente trascinato sull’asfalto, morendo nell’agonia e nella violenza più totale. Il caso, accaduto ad Irgoli, nell’aprile del 2014, rimbalzo sulle pagine di cronaca e per una volta, i colpeli, un allevatore di 44 anni e il figlio di 16 anni, furono presi sul fatto, perché durante la tortura a quel povero animale, chiamato Amore, l’automobile andò fuori strada e sul posto intervenne una pattuglia dei carabinieri che constatò l’orrore perpetrato.

Sui social divampò la polemica con a creazione del gruppo “Vogliamo giustizia per il cane ucciso ad Irgoli” e tanto di petizione per ottenere il massimo della pena. A distanza di due anni, lo scorso febbraio si è aperto il processo a carico dell’allevatore Giuseppe Piredda accusato di uccisione di animale e resistenza a pubblico ufficiale con l’aggravante di aver compiuto i reati alla presenza del figlio minorenne. Durante l’udienza il legale difensore ha chiesto per il suo assistito l’istituto della “messa alla prova” ovvero di mettere Piredda a disposizione di una associazione per la protezione degli animali come volontario.

Ma gli animalisti non ci stanno e così è stata lanciata una petizione sul sito the petition site, indirizzata al Tribunale di Nuoro, Procura della Repubblica di Nuoro e al Giudice Daniela Russo con la quale si chiede che non sia concesso lo sconto della pena con la “messa alla prova” per l’autore di questo gesto disumano.

Nella  petizione viene sottolineato che “tale procedura significherebbe una sospensione della pena e la possibilità per il pastore di scontare la pena facendo volontariato all’interno di un canile, quindi a contatto con animali che ha dimostrato di disprezzare”.

“Inoltre, accogliendo questa procedura, la fedina penale del sig. G. P., queste le iniziali del responsabile, rimarrebbe pulita”, proseguono i promotori della petizione, che chiedono giustizia per il cane, rivolgendosi al giudice che dovrà prendere una decisione, il prossimo 24 giugno quando si terrà la prossima udienza del processo: “Noi tutti firmatari di questa petizione desideriamo che il giudice sopra citato dica NO a questa proposta improponibile e applichi ciò che il nostro Codice Penale prevede all’articolo 554 bis. Non fu un incidente, ma un’uccisione portata a termine in maniera lucida e determinata, trascinando il corpo di quel povero cane, la cui carne era ormai a brandelli, per le strade della città, sicuro di farla franca. Solo l’intervento della pattuglia dei Carabinieri di Siniscola, che passava là per caso, pose fine a quella folle corsa che terminò con la soppressione…”

Firma  la petizione clicca qui

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