Da 16 anni solo, si lotta per la libertà dell’elefante Shankar dallo zoo di Delhi, la petizione arriva all’Alta Corte
Non sono solo gatti e cani gli animali che purtroppo devono essere salvati dalla crudeltà e indifferenza dell’essere umano. Nel mondo sono in molti che hanno bisogno di aiuto. Vivono in condizioni crudeli, molto vicine alla prigionia, soli, abbandonati a se stessi e senza prendere in considerazione che anche loro provino sentimenti, risentendo della realtà nella quale sono costretti a vivere giorno dopo giorno.
Tra i casi più acclamati c’è indubbiamente quello dell’elefante Shankar, che da ben 16 anni vive solo, incatenato e mostra chiari sintomi che anche la sua salute mentale stia diventando a rischio.
Per lui una studentessa indiana, che insieme ad una sua compagna ha dato vita alla Youth For Animals, un’associazione per i diritti degli animali, lotta per liberarlo.
Riuscendo a raccogliere oltre le 51mila firme ha presentato una petizione allo zoo di Delhi, alla quale però non ha mai avuto risposta. Oggi si è intentato un contenzioso presentato all’Alta Corte di Delhi, che si pronuncia a loro favore.
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Una studentessa di 16 anni insieme ad una sua compagna di classe decidono di dare vita alla Youth For Animals, un’associazione per i diritti degli animali. Si schierano dalla parte dei più deboli, perorando cause verso le quali altri si voltano dall’altra parte.
Vengono a conoscenza della storia di Shankar, un elefante africano che nel 1998, è stato donato all’India dallo Zimbabwe. Il suo nome è stato scelto per onorare uno dei Presidenti dell’India, il dottor Shankar Dayal Sharma.
Portato in India quando aveva circa 2 anni, ha vissuto tutta la sua vita all’interno dello zoo di Delhi, il National Zoological Park. Fino al 2005 Shankar aveva un amico con il quale passare il suo tempo, ma 17 anni fa l’elefante Bombai muore e lui resta completamente solo.
Le condizioni dell’animale sono preoccupanti. Bisogna partire dal presupposto che gli elefanti hanno bisogno di compagnia, soffrono la solitudine amando invece la vicinanza dei propri simili.
Vive per ben 17 ore al giorno incatenato e quando viene liberato la situazione non cambia molto, non avendo abbastanza spazio a sua disposizione. I suoi comportamenti preoccupano chi lo osserva, in quanto ondeggia spesso e sbatte la testa, atteggiamenti non normali per nessun animale.
Le ragazze hanno così portato avanti una petizione che richiedeva la libertà per Shankar, trasferendo l’animale in un santuario in Africa, dove finalmente ritrovi la compagnia dei suoi simili.
Dalla loro parte il supporto della Fondazione Aspinall, ente di beneficienza che lotta per la conservazione che ha sede nel Regno Unito. La Fondazione Aspinall sarà molto felice di occuparsi del trasporto dell’elefante, prima però accertandosi delle sue condizioni di salute, quindi se sarà abbastanza in forze e ovviamente dopo il via libera dello zoo.
La petizione ha raggiunto e superato le 51mila firme, ma dallo zoo non è arrivata nessuna risposta. Le ragazze preoccupate per Shankar e stanche di essere ignorate, hanno portato la questione all’attenzione dell’Alta Corte di Delhi. Sembrerebbe che in data 3 Gennaio 2020, L’Alta Corte si sia pronunciata in favore della petizione ammettendo il caso e pretendendo che lo zoo prenda in considerazione la richiesta offertagli.
La prossima udienza è prevista il 9 Marzo 2022 e la speranza riposta è che finalmente Shankar, l’elefante più solo al mondo, possa finalmente tornare a casa, circondato dai suoi simili, ricordando cosa significhi vivere libero e non più in catene.
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