Nei giorni scorsi due alpinisti sono morti in Abruzzo durante una scalata, a causa di una tragica fatalità. Il tutto nonostante entrambi fossero esperti ed avessero alle spalle anni di escursioni e scalate. Francesco Carta, 45 anni, ed Enrico Faiani, 61, sono deceduti lo scorso 30 aprile sul versante teramano del Gran Sasso. La magistratura sta indagando per cercare di portare alla luce eventuali responsabilità in relazione a quanto successo.
Nel frattempo si sono svolti i funerali dei due, ed in particolare nella cerimonia che ha commemorato Faiani ha avuto luogo un episodio estremamente toccante: il cane di Enrico è rimasto per tutto il tempo accovacciato sulla bara dell’uomo, e la cosa non è sfuggita ai presenti. Sono anche state scattate delle fotografie, subito diventate virali sul web, e queste immagini testimoniano ancora una volta la sensibilità e l’attaccamento che i cani sono in grado di provare per coloro che dimostrano loro affetto ed amore.
Enrico Faiani, originario di Castelli, ha ricordato quest’ultimo come un campione di generosità, che si era contraddistinto per la professionalità e l’umanità dimostrata in più ambiti: “La sua morte lascia un vuoto incolmabile sia in me che nella nostra comunità, allo stesso modo di Francesco, che qui conoscevano tutti”.
Fatale ad entrambi è stato il tremendo impatto col suolo, giunto dopo diversi metri di caduta: Francesco Carta è deceduto per la rottura delle vertebre cervicali dopo una caduta di 400 metri, Enrico Faiani ha riportato invece fratture multiple al torace con lesioni irrimediabili ai polmoni dopo essere precipitato per 500 metri. E’ stato già effettuato un esame autoptico che ha escluso la possibilità che uno od entrambi gli alpinisti siano rimasti vittima di un malore o di qualsiasi evento in grado d far perdere loro conoscenza. Si è trattato soltanto di un tragico incidente. Con Carta e Faiani c’erano anche altri scalatori, e loro erano gli ultimi della cordata.