Un cucciolo di riccio è rimasto intrappolato nel fango a seguito della terribile alluvione che ha colpito la regione: il piccolo lotta per la vita.
L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha causato ingenti danni, ma di fronte alla devastazione e «alla distruzione dei propri averi esistono ancora Persone di Cuore che mettono la vita al primo posto». Così si legge in un post condiviso pochi giorni fa su Facebook dalla Lega italiana protezione uccelli della sezione di Bologna. Il messaggio postato sui social racconta il ritrovamento e il salvataggio da parte di una famiglia del posto di un piccolo riccio rimasto intrappolato nel fango. Quelle persone, nonostante avessero la casa devastata da un metro e mezzo di acqua e fango, hanno trovato il tempo di chiamare i soccorsi per salvare una femmina di riccio bloccata nella fanghiglia.
Le foto della cucciola sono state diffuse sulla pagina Facebook della Lega italiana protezione uccelli – Lipu Onlus (account social @Lipu Bologna), un’associazione che si occupa della tutela della natura, della conservazione della biodiversità e della promozione della cultura ecologica.
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Come raccontato dalla Lipu di Bologna, la famiglia che ha avvistato il riccio si è subito messa in contatto con il Centro di recupero della fauna selvatica. In un momento particolarmente difficile, queste persone si sono comunque preoccupate di mettere in salvo la vita del povero animale. Il riccio è stato così soccorso e portato presso il centro di recupero per animali di Bologna gestito dall’associazione Lipu.
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Nel ringraziare le persone che hanno avvistato la cucciola e l’hanno salvata, i volontari dell’associazione hanno scritto la sera stessa: «E adesso, Piccola Miracolata, abbiamo tanto lavoro da fare per farti stare meglio! Forza». Purtroppo il riccio, al quale è stato dato il nome di Aretusa, non si è ancora ripreso. Così scrive la Lipu su Facevook due giorni dopo il salvataggio: «A grande richiesta, un aggiornamento sulla “riccia dell’alluvione”, che abbiamo simbolicamente chiamato Aretusa, il nome di una ninfa dell’acqua (ci sembrava azzeccato!) La situazione è ancora incerta; non mangia e non beve. L’abbiamo pulita, la teniamo sotto ossigeno e la idratiamo a più non posso, cercando di sostenerla in questa lenta ripresa. Le reazioni sono rallentate ma ci sono, quindi noi vogliamo, dobbiamo essere ottimisti, e di certo non demordiamo!».
Si può sperare che la piccola Aretusa, grazie all’amore di chi la sta aiutando e curando, possa rimettersi presto in salute e tornare libera in natura.
Il lavoro che i soccorritori, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e migliaia di volontari compiono per cercare di salvare le persone e gli animali vittime di disastri naturali quali terremoti e alluvioni è un esempio di umanità e di abnegazione verso il prossimo. Spesso in queste terribili situazioni sui social network vengono condivise immagini che mostrano il salvataggio, oltre che degli esseri umani, anche di cani, gatti o cavalli rimasti intrappolati tra le macerie, come è accaduto in occasione del devastante terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia lo scorso febbraio. In tale occasione le foto che mostrano i soccorritori impegnati ad aiutare un gattino e un cane hanno fatto il giro del mondo diventando le immagini simbolo di umanità e altruismo. La stessa umanità che ha mostrato la famiglia che in Emilia Romagna ha salvato il riccio. (di Elisabetta Guglielmi)
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