Forze dell’ordine indagano e scoprono, a Piubega, un allevamento abusivo di 61 cuccioli di cani e il loro traffico clandestino
Una vera e propria “carica di cuccioli” quella recuperata dalle forze del Gruppo carabinieri forestale di Brescia.
L’indagine avviata su un presunto traffico di cuccioli di cani provenienti dall’estero, coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, si è conclusa nei giorni scorsi con una scoperta incredibile: 61 esemplari di animali detenuti in un’abitazione.
Siamo a Piubega in provincia di Mantova, tutto è partito da un’inchiesta relativa ad un presunto commercio illegale di cani. Alcuni indizi hanno portato i carabinieri a sospettare che, dal mese di Novembre dello scorso anno, fosse iniziato un traffico clandestino di questi animali.
I sospetti hanno dato il via alle indagini, i cui risultati hanno portato alla scoperta di un allevamento abusivo di cani che adesso è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Brescia.
I sospetti delle forze dell’ordine erano fondati su un dubbioso spostamento di cuccioli da parte di una donna. La detentrice di questi animali era solita trasportare i cuccioli in scatoli di cartone per condurli in uno studio veterinario dove avveniva l’identificazione dei cani mediante microchip.
I dubbi si sono rivelati fondati e la perquisizione, effettuata dagli agenti, ha portato alla luce un allevamento abusivo di ben 61 cani di diverse razze che sono stati posti sotto sequestro. Tra i cuccioli recuperati vi sono esemplari di Bulldog inglesi e francesi, Chihuaua e Bassotti tedeschi.
Gli animali erano detenuti in un’abitazione privata, in condizione sia igieniche che sanitarie del tutto inadeguate. Inoltre sono stati rinvenuti in loco anche farmaci e vaccini per animali di provenienza illecita. La detentrice acquistava e somministrava i farmaci senza possedere alcun titolo abilitativo e in assenza di prescrizione medica.
Le indagini hanno accertato la provenienza dall’estero di alcuni cani, in particolare dall’Ungheria. Un vera e propria rivendita di cuccioli. Gli animali venivano comprati nei paesi di origine ad un costo che oscillava tra i 150 e i 300 euro, per poi essere rivenduti, in funzione della morfologia e delle peculiarità del loro mantello, ad un prezzo maggiorato che era compreso tra i 700 e i 1500 euro. I cuccioli di razza dell’allevamento abusivo venivano venduti via web per assicurarsi un cospicuo profitto.
La detentrice dei cuccioli, una donna di 31 anni, dovrà ora rispondere a diverse denunce tra cui: esercizio abusivo della professione, detenzione di animali in condizioni inadeguate e commercio illegale di animali domestici.
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M. L.
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