Il rapporto tra uomini e animali è stato per secoli molto stretto, quasi in simbiosi. Legato alla sopravvivenza degli uni e degli altri. Più o meno tutti conosciamo la leggenda della lupa che allatta al seno Romolo e Remo, i fratelli gemelli simbolo della romantica fondata dallo stesso Romolo. Anche se agli occhi di tutti questa sembra essere una vera e propria leggenda, la storia narra che in tempi antichi tantissimi animali allattavano i bambini, anche rimasti orfani di madre e quindi in orfanotrofio, negli ospedali dove venivano fatte partorire le donne. Nei secoli passati ci furono numerosi esempi di neonati allattati dagli animali. Soprattutto dal XVI al XIX secolo. Quando le mamme non avevano latte naturale, l’unica soluzione era ricorrere a delle balie o come ultima spiaggia delle balie animali.
Possiamo affermare con certezza che all’epoca avere una balia come sostituto del latte materno poteva essere un sacrificio a livello economico perché erano abbastanza costose, oltre a quello c’era anche il rischio di infezione che è una balia poteva passare dal latte al bambino.
Precedentemente venivano intrisi dei panni di cotone con il latte degli animali e poi fatti sgocciolare nelle bocche dei neonati ma, come ha spiegato il prof. Richard Bulliet dell Columbia University, era una vera e propria bomba batterica. Soprattutto nella Francia del XVI secolo che vide un’esplosione di casi di sifilide. Le madri, quindi, non si fidavano delle balie. La soluzione ottimale era quella di ricorrere alle balie animali!
Negli ospedali francesi di inizio Ottocento, le culle con i neonati erano disposte in modo che fossero raggiungibili dalle capre, che vi si posizionavano sopra per allattare i neonati. Attaccare i neonati alle mammelle degli animali era il metodo più igienico possibile. Ad esempio, capre, pecore, maiali e vacche qualora ce ne fossero state. Così anche nel XVIII secolo, vennero impiegate balie animali per nutrire gli orfani e i bambini senza latte materno.
La professoressa Daborah Valenze, professoressa di storia e autrice di libri, ha affermato che l’allattamento degli animali ha salvato le società europee più di una volta da una vasta diffusione di morti infantili.
Un altro animale usato per l’allattamento dei bambini orfani era l’asino. Il suo latte è ad alto valore proteico. Si pensava inoltre anche il latte di asina curasse alcune malattie.
Così anche nel XVIII secolo, gli orfani venivano allattati grazie agli animali, tenuti a disposizione solo per loro. La professoressa Daborah Valenze, professoressa di storia e autrice di libri, ha affermato che l’allattamento degli animali ha salvato le società europee più di una volta da una vasta diffusione di morti infantili.
Nella penisola russa della Kamchatka le donne allattavano i cuccioli d’orso, allevati appositamente in “cattività” per poi un domani usarne la carne per nutrire un intero paese. In India invece le donne allattano piccoli vitellini, considerati animali sacri per la loro cultura. L’allattamento dei cuccioli di animale era consigliato alle donne incinte dopo il settimo mese, per rafforzare i capezzoli, si legge in uno dei primi libri di pediatria in America, del 1825.
Se oggi l’idea dell’allattamento tra uomini e animali può infastidirci è perché non abbiamo più contatti con gli animali che ci procurano da vivere con latte, carne, pelle e lana. Voi amici di amore a quattro zampe cosa ne pensate di questa fantastica tradizione?
B.M
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