Allarmismo sui lupi, in Alto Adige cresce il clima di tensione. Gli abitanti sono preoccupati per gli spostamenti degli animali lungo le piste da sci
Alto Adige. Continua imperterrita la politica di allarmismo che attanaglia la regione, per quanto concerne la presenza dei lupi nel suo territorio. Tensione diffusa a gran voce dai mass media che spesso non fanno altro che “cavalcare” la narrazione. Un clima di apprensione non confermato dai numeri e dai monitoraggi che rivelano una situazione molto differente. Inoltre, il disagio cresce con il titolo shock diffuso in un giornale che recita così: “Aspettiamo che un bimbo venga attaccato da un lupo?”
Una frase che evidenzia la lotta ferrata condotta contro i lupi in Alto Adige. La protesta contro tali animali è così alta da creare forti dissensi, manifesti di contadini spesso perpetrati a causa di avvistamenti rivelatisi infondati.
Segnalazioni di lupi corrispondenti in realtà ad avvistamenti di cani. Una situazione che si protrae da tempo, nonostante i numeri e i dati evidenti come la diminuzione dei danni segnalati nel 2018, 6.960 euro, in forte calo rispetto al 2017 quando raggiungevano circa 9.800 euro. Inoltre, dai monitoraggi risulta che sono stati individuati solo 13 esemplari su tutto il territorio, solitamente in dispersione e di passaggio come i branchi stanziali del Trentino.
Avvistamenti che vengono segnalati anche quando si tratta di rapidi spostamenti di piccoli branchi. A ciò, si aggiunge l’allarmismo creato sulle piste lungo le quali sono state richieste delle reti di protezione onde evitare che gli animali possano transitare sul terreno sciabile.
Tuttavia, gli avvistamenti di tali animali selvatici non dovrebbero sorprendere, in quanto in occasione della nave gli spostamenti dei lupi nei boschi si rivelano particolarmente difficoltosi. La conferma proviene dallo studioso Paolo Scarian, che spiega come il lupo sia un animale piuttosto opportunista, nel senso che quando può trarre un vantaggio dall’ ambiente non mostra dubbi a cogliere al volo l’occasione.
Per essi, le piste da sci si configurano come delle strade, vedendole come opportunità di spostarsi rapidamente sul territorio. Attraversare la pista priva di neve, significa per loro consumare minore energia.
Inoltre, il dato positivo è che negli ultimi 100 anni non sono state segnalate aggressioni da parte degli animali selvatici agli esseri umani, perché sono intimoriti da quest’ultimi. Da ciò, emerge la quasi certezza che sia del tutto impossibile che i lupi possano affollare le piste da sci nelle ore di punta.
Così, Scarian propone la soluzione alternativa di chiudere le piste fino a quando i lupi sono in zona. Oppure, inserire delle ronde anti-lupo a bordo della pista e assumere personale per effettuare controlli.
Insomma, una situazione controversa che si rivela controproducente per il danno che potrebbe essere arrecato al turismo dell’Alto Adige e soprattutto per il forte allarmismo che accresce il clima di tensione tra la popolazione, non arrecando benefici.
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B.F.
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