Allarme bocconi avvelenati nel vicentino: il piccolo Tigro muore tra sofferenze atroci a causa di rodenticidi, sostanze usate nella derattizzazione.
Si torna a parlare della piaga dei bocconi avvelenati a un mese dalla strage di cani consumatasi a Raffadali, un paese situato non lontano da Agrigento. Si tratta di una pratica che purtroppo è all’ordine del giorno e che non conosce confini regionali: bocconi avvelenati e altre esche letali preparate con cura da individui insospettabili. Le segnalazioni purtroppo arrivano da tutta Italia.
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Sempre nella seconda metà di luglio era emersa la vicenda di Susà, nel comune di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, dove sono stati avvelenati Byron e Yara. Si tratta di due pastori tedeschi grigioni che avevano 5 e 4 anni e che sono morti in maniera atroce. Stessa sorte subita in queste ore da un meticcio di 8 mesi, Tigro, che sarebbe morto per avvelenamento da rodenticidi, sostanze usate nella derattizzazione.
Quello di Tigro è l’ultimo di una lunga serie di casi si sono registrati nell’ultimo anno e mezzo nella zona di Altavilla, nel vicentino. I casi si sono concentrati nel parchetto di via Martiri delle Foibe e nell’area di via De Gasperi. Difatti, almeno altri 5 cani hanno ingerito bocconcini avvelenati prima di lui. Due soltanto si sono salvati. Il tipo di sostanza usata per avvelenare Tigro è un anticoaugulante che provoca una grave emorragia interna.
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