Molte volte gli appassionati di animali vengono a conoscenza di storie straordinarie di persone che lasciano tutto nella loro vita per aiutare queste creature indifese. Si tratta di eroi discreti che non vedono la differenza tra animali domestici e quelli destinati all’industria alimentare. L’unica parola d’ordine è salvarne il più possibile e proporre un modello alternativo alle violenze perpetrare nei confronti degli animali, fondato sul rispetto della vita e della convivenza tra specie diverse.
In primo luogo, viene sottolineato come molti animali liberati da qualsiasi tipo di industria non sono in grado di reinserirsi o necessitano un periodo di reinserimento in natura. Per questo in tutto il mondo, come in Italia, sono stati creati dei rifugi o santuari dove questi animali possono di nuovo approcciarsi e scoprire la libertà.
Modelli diventati reali e concreti, portati avanti da persone e associazioni che hanno come scopo il benessere e la tutela degli animali, come etica fondante di una società diversa.
Tra i centri citati vi sono il Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza (Palermo), Ippoasi – Fattoria della Pace (Pisa), Porcikomodi (Milano), The greenplace (Viterbo), La collina dei cavalli (Reggio Emilia), Il Parco di Cavriglia (Arezzo), il rifugio di Torreano (Udine), il Parco dell’Abatino (Rieti), la Rete dei Santuari di Animali Liberi, il Progetto Quasi (Roma).
Il percorso si conclude con un’intervista a James Myers, fondatore di Animal Aid Unlimited, un santuario animale di Udaipur, in India che anche attraverso un canale youtube diffonde l’opera dei molti volontari che credono che salvare una vita, sia la cosa più importante.
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