Si chiama Psi, un’unità di misurazione della forza masticatoria di cani nota come libbra per pollice quadrato. Mettiamo che di media un cane di grossa taglia, da presa, abbia un Psi di 160kg/cm2. Ciò equivale alla pressione di due canini. Se si calcola la pressione per 4 canini, due sopra e due sotto, arriviamo ad una pressione di 600 kg. Questo significa che il morso di uno di questi cani può letteralmente recidere l’arto di una persona.
E’ l’amara, quanto reale constatazione di fronte al dramma registrato a Roma, sulla Prenestina, zona Borghesiana, dove un uomo di 43 anni, è morto dopo essere stato attaccato dal proprio cane.
Gianluca Romagnoli stava portando fuori il suo cane, un esemplare di razza Cane Corso, un molossoide di tre anni di nome Tiago. La moglie non vedendo rientrare il marito, si è preoccupata e scendendo per strada, ha visto il marito a terra, in una pozza di sangue e il cane libero che si trascinava il guinzaglio e che è andato incontro alla padrona con il muso insanguinato. La donna ha subito chiamato i soccorsi, ha provveduto a recuperare il cane e a legarlo ad un palo in giardino. Secondo quanto ha riferito, l’animale era nervoso e avrebbe provato ad attaccarla.
Sul posto gli operatori hanno solo potuto constatare la morte dell’uomo, sopraggiunta per dissanguamento. Il piumino di Gianluca era stracciato in diversi punti e l’uomo presentava una profonda ferita ad una mano e al braccio destro dove il cane con il suo morso aveva reciso la vena orta provocando la morte del padrone.
Il cane è stato sedato dai veterinari della Asl e trasferito in una struttura di competenza. Un’ennesimo caso di aggressione a distanza di qualche giorno dall’aggressione di tre rottweiler alla padrona e che di conseguenza pretende chiarimenti.
Per questo abbiamo interpellato un addestratore cinofilo, Paolo Caldora il quale da diversi anni sta cercando di accendere i riflettori sulle razze pericolose.
In merito al caso di Tiago, Caldora è stato molto chiaro: “Alcuni elementi nella ricostruzione dei fatti non sono chiari. E’ difficile parlare di questo caso che ho appreso dai giornali. Non c’è nessun testimone, per cui non sappiamo come siano andati i fatti”.
Caldora ha infatti sottolineato che non sapendo cosa sia successo veramente, “magari potrebbe anche essere che il cane abbia litigato con un altro cane e che poi si sarebbe scagliato sul padrone, intervenuto per separarli”. Tuttavia, quello che emerge, spiega Caldora “è che il cane ha mostrato anche prima, chiari segnali di nervosismo anche in casa, con i figli della coppia”.
“E tu che hai notato questi elementi non hai fatto nulla per arginare il cane?”, si chiede l’addestratore.
Ancora una volta, non si tratta di parlare di cani cattivi che non esistono, precisa Caldora, ma esistono razze di cani come i cani da presa o da guardia che sono nati per un determinato ruolo. “Se tu non garantisci le necessità del cane, prima o poi, non è detto, ma può capitare che esploda”, afferma senza mezza termini, l’esperto.
Più che di cani pericolosi, Caldora si focalizza sul tema della potenza del cane, quella mascellare. “Questo è un dato di fatto che non può essere negato”. Se mettiamo a confronto alcune razze, in base alla loro forza masticatoria, la distinzione è immediata.
“Purtroppo, il problema non è dei cani, ma dei veterinari che continuano a dire, così come indicato tra l’altro nell’ordinanza del Ministro Franca Martini del 2009, che non vi è una base scientifica sulla presunta aggressività di alcune razze, sostenendo che dipende da come crescono e come vengono educati. Bisogna invece accettare la loro diversità morfologica, fisica e caratteriale”, ha poi rilanciato l’addestratore.
Caldora andando controtendenza, è del parere che si rivela necessario un discorso serio su cani di questo tipo.
“Se vedete, negli ultimi anni, si tratta sempre di cani delle stesse razze che aggrediscono mortalmente: rottweiler, pitbull, amstaff, bullmastiff”.
Questo non solo perché sono razze di moda e sempre più diffuse. Si tratta di cani che a differenza di un labrador o di un altra razza hanno una potenza mascellare devastante.
“Il cane non attacca per uccidere, ma se lo fa è pericoloso. Per questo dovremmo obbligare la museruola metallica per alcune razze”. Caldora è consapevole di essere criticabile e che la sua posizione è contraria al 98% degli animalisti. Tuttavia, sostiene che non si può far finta di nulla e paragonare un rottweiler ad un carlino.
Le posizioni dell’addestratore sono ben chiare al riguardo. Non solo sarebbe necessario ripristinare la legge sulle 17 razze pericolose abolita nel 2009, ampliandola, ma anche obbligare i proprietari di cani “potenzialmente killer” a non usare la pettorina, usando invece un tipo di collare più incisivo sull’animale e di mettere la museruola. “Non puoi controllare un cane di 60 chili con una pettorina”, afferma Caldora.
Sul tema delle razze pericolose, lo stesso addestratore ricorda che “in tutta l’Europa Occidentale, molti paesi hanno vietato determinate razze, come i dogo argentini, cani da combattimento. Non credo siano ignoranti”.
“Se non possiamo parlare di razze pericolose, possiamo però parlare di potenza mascellare. Questo è innegabile”, afferma Caldora che si fa promotore di un dialogo costruttivo mirato alla tutela della salute delle persone ma anche dell’animale. Infatti, ha ricordato l’addestratore, nei canili la metà dei cani appartiene a razze tipo pitbull.
Questo significa che molte persone di fronte al fatto che alcune razze sono problematiche e difficili da gestire se ne liberano. Quindi il tema è più ampio e riguarda soprattutto la tutela dell’animale stesso.
Non solo negli ultimi anni sono aumentate le aggressioni dei cani, con morte delle persone, ma anche aggressioni di cani ad altri cani e la conseguente soppressione di cani aggressivi nei canili. “Questo non è giusto”, ha concluso l’addestratore.
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C.D.
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