E’ allarme elefanti in Africa: l’SOS è scattato dopo l’ultimo monitoraggio relativo all’individuazione di quanti esemplari di pachidermi siano rimasti nel Continente, effettuato dall’associazione “Elephants Without Borders (finanziata da Paul Allen, cofondatore di Microsoft). Difatti fino ad oggi non è mai esistito un censimento ufficiale sugli elefanti, che invece in base a questo rapporto sono presenti nell’esiguo numero di 352.271 unità in 18 stati africani. Il 93% vive libero nella savana, esposto però ai grossi pericoli rappresentati dal bracconaggio e dalla caccia di popolazioni locali motivata dal bisogno di nutrirsi ma anche dalla superstizione. Proprio per questi fattori gli elefanti diminuiscono sempre di più.
Gli elefanti risultano molto importante per gli ecosistemi locali nonché per l’economia, visto che sono una delle specialità più richieste dai turisti. Maestosi e bellissimi da ammirare, le loro zanne d’avorio rappresentano però una condanna per loro stessi. I bracconieri li hanno decimati in decenni di caccia selvaggia e senza scrupoli, dietro al pagamento percepito da ricchi collezionisti provenienti da tutto il mondo. Dal 2007 al 2014 si stima che il numero complessivo di elefanti in Africa sia calato dell’8% all’anno, con 144.000 esemplari morti ed in pochissimi casi per cause naturali, con il bracconaggio diffuso paradossalmente anche nelle aree protette e nelle quali gli elefanti non dovrebbero correre rischi. Il censimento degli elefanti è stato condotto tramite osservazioni aeree, risultando più rapido oltre che meno rischioso e costoso.
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