Due ragazzi adottano un cucciolo di cane: poche settimane dopo, non appena il piccolo cresce, si rendono conto che si tratta di una specie diversa.
Non è raro che alcuni cuccioli assomiglino a dei cani. Quando hanno solo poche settimane di vita, i piccoli di specie diverse potrebbero a un occhio inesperto apparire simili ed essere confusi con esemplari di un’altra specie. Cosi è accaduto a due ragazzi che vivono a Buenos Aires, in Argentina. Tornando a casa una sera, i giovani hanno trovato sul ciglio della strada un cucciolo da solo di appena un mese, spaventato e affamato. Scambiandolo per un cagnolino, lo hanno portato a casa con loro intenzionati ad adottarlo. Dopo pochissime settimane si sono però resi conto che non si trattava di un cane, ma di una specie differente.
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A non lasciare dubbi ai due ragazzi sono stati i cambiamenti morfologici del cucciolo (il cui musetto ha iniziato ad allungarsi a diventare più affilato) e il suo comportamento, schivo e a volte aggressivo. Sono bastate poche settimane perché il piccolo crescesse abbastanza da far comprendere agli umani che lo avevano salvato che si trattava di un esemplare di chilla (nome scientifico Lycalopex griseus, secondo la classificazione del naturalista Gray, 1837) o volpe grigia. La chilla, conosciuta con il nome di volpe grigia sudamericana o volpe grigia argentina, è diffusa nelle pianure della Pampa e in altre regioni desertiche e pianeggianti del Sudamerica; nonostante il nome popolare utilizzato per deinirla, la chilla è propriamente una volpe, ma una licalopecia, detta anche pseudovolpe o volpe lupo, un genere di canidi originari del Sudamerica.
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I ragazzi, nonostante si fossero affezionati al cucciolo, hanno portato l’esemplare di chilla presso un centro di recupero della fauna selvatica, per permettere al piccolo di iniziare una riabilitazione per essere poi reinserito in natura. Presso l’organizzazione nazionale argentina che si occupa di proteggere la natura, la Fundación Temaikèn, nelle settimane precedenti erano arrivati già altri cinque cuccioli della stessa specie, anche loro salvati dopo essere stati ritrovati denutriti in strada in diverse parti della provincia di Buenos Aires.
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Come si legge sulla pagina Facebook del centro di recupero (@Fundación Temaikèn), due cuccioli sono stati trovati insieme alla madre investita; gli altri sono stati trovati soli, sicuramente rimasti orfani anche loro. Come spiegato da Lina Zabala, coordinatrice del Centro di recupero delle specie della Fondazione Temaikén, le sei volpi sudamericane sono state riunite in modo da formare un gruppo in cui la socializzazione tra pari sarà fondamentale per la loro riabilitazione comportamentale. Continueranno lì a compiere la quarantena e ad arricchire comportamenti propri della loro specie fino a quando non saranno pronti a tornare alla natura alla quale appartengono. (di Elisabetta Guglielmi)
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