Addio al cane, l’allenatore Josè Mourinho esprime il suo dolore per la perdita di Leyla, il suo amato quattro zampe. Dolore e sconcerto a Natale
Un dolore incolmabile, impossibile da descrivere a parole. Un giorno di festa che si trasforma in un giorno pieno di malinconia e di tristezza. Leya, lo Yorkshire Terrier bianco di Josè Mourinho è scomparso proprio nel giorno del Santo Natale. L’attuale allenatore e tecnico del Totthenam ha confessato di essere molto affezionato al suo cane, considerandolo un membro della famiglia. Mourihno ha sempre mostrato devozione e tanto amore per il quattro zampe e l’improvvisa scomparsa di Leya lo ha sconvolto profondamente.
Prima della partita tra il suo Tottenham e il Brighton (2-1) ha confessato ai microfoni del canale di Prime che trasmette la Premier League, di aver trascorso un Natale molto doloroso. Infatti, alla domanda su come avesse passato la festività del 25, ha risposto: “A dire il vero, è stato un Natale molto triste perché il mio cane è morto. Il mio cane è la mia famiglia ma bisogna andare avanti.”
Dalle sue parole e dal suo viso, visibilmente commosso emerge il legame profondo che nutriva verso l’animale, sostenendolo e mostrandosi dalla sua parte, in ogni momento. Il lato tenero di Mourinho commuove tutti, soprattutto perché gli spettatori e i tifosi sono stati sempre abituati a vederlo composto, riservato che non rivela facilmente le sue emozioni.
Josè Mourinho è un allenatore che ha saputo distinguersi per aver scritto la storia delle più importanti pagine del calcio estero ed italiano. La sua ascesa è iniziata con il passaggio al Porto, dove ha vinto due campionati, una Coppa, la Super coppa nazionale e soprattutto la Coppa UEFA nel 2003. Questi, sono soltanto i primi trampolini di lancio per il suo percorso lavorativo, costellato di successi. Il Real Madrid, il Chelsea, il Manchester United, sono tutti i nomi delle squadre estere che hanno avuto il piacere di averlo come mister, seguiti dal trasferimento all’Inter nel 2007, che ha permesso al team nero azzurro di accaparrarsi la Coppa Italiana, la Supercoppa italiana, e la Champions League, tutti primati ottenuti tra il 2008 e il 2010.
Tuttavia, lo “Special One” come viene denominato e come lui stesso ama definirsi, ha dimostrato un grande impegno nel sociale. Ha dato il via ad un progetto giovanile che coinvolgeva bambini israeliani e palestinesi, ed ha venduto un suo giaccone al progetto umanitario dello Tsunami nel 2004. Inoltre, sempre nel 2008 ha fondato la una squadra di beneficenza chiamata Étoile Lusitana di cui detiene l’80 % delle azioni, affidando la restante parte ad una compagnia senegalese.
Insomma, Josè è un uomo amato non solo in ambito calcistico ma anche a livello umano. Di sicuro, anche la sua Leya è stata fiera di averlo avuto come padrone.
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B.F.
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