Prosegue il processo per quanto riguarda il caso di Jordan, il dobermann killer aizzato dal padrone ad uccidere i gatti della sorella. Questo avveniva probabilmente a causa di dissapori familiari. Luigi Baselli, questo il nome del proprietario dell’animale, aveva minacciato la donna: “Uccido i tuoi gatti perchè mi fanno abortire le mucche e morire i vitelli”. La vicenda era finita in televisione, provocando una polemica tra alcune associazioni animaliste e l’inviato di “Striscia la notizia”, Edoardo Stoppa intervenuto con un servizio sul caso.
Luigi Baselli nel corso del primo processo era stato assolto perché “il fatto non sussiste”. Poi erano arrivate le accuse di stalking. Intanto Jordan era stato ‘scarcerato’ anzi per essere più precisi dissequestrato. Ieri si è tornati in Aula, non senza nuove polemiche. Infatti, il presidente AIDAA Lorenzo Croce ricorda di essere in possesso di registrazioni in cui il proprietario di Jordan dice cose gravissime.
Proprio Baselli ieri si è presentato in Tribunale col suo dobermann al guinzaglio. Jordan era accompagnato da Giorgina, una bulldog francese, e portava al collo un cartello eloquente: “Sono innocente”. L’obiettivo di Luigi Baselli era dimostrare quanto in realtà il suo cane sia buono, mentre sull’altro fronte i familiari continuano ad accusarlo. I parenti e il legale che li rappresenta, l’avvocato Virna Pedrali, spiegano infatti che Jordan quel gatto lo ha ucciso davvero. E che nulla avrebbe fatto Baselli per fermarlo.
Il primo round lo aveva vinto Baselli: il pm Mauro Tenaglia ha chiesto l’archiviazione nei suoi confronti. Ma i familiari si sono opposti. E ieri si è tornati di fronte al gip Alessandra Sabatucci. Il legale della sorella di Luigi Baselli ci tiene a sottolineare: “Noi non abbiamo mai avuto nulla contro il cane. È il padrone che non ha avuto una gestione responsabile dell’animale. C’è volontarietà nel non attivarsi, altrimenti non saremmo arrivati a questo punto”.
Replica l’avvocato Alberto Scapaticci, che difende Baselli: “Non c’è assolutamente prova in atti dell’atteggiamento doloso del Baselli, che è già stato assolto una volta. Anche se un cane ha ucciso un gatto, come si giudica un Baselli inerte? In questa vicenda non c’è spazio per il dolo, la questione è al massimo amministrativa”. In tutto questo, Luigi Baselli difende a spada tratta il suo Jordan: “Assurdo prendersela con un cane per motivi familiari”. Su questo non possiamo dargli torto: in questa vicenda di beghe familiari, di eccessive responsabilità viene forse caricato il povero Jordan.
GM
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