Abruzzo, strage di cani: bocconi avvelenati con la stricnina

Abruzzo, strage di cani: bocconi avvelenati con la stricnina

avvelenamento cani
Maremmani avvelenati in Abruzzo

Uccisi per avvelenamento, una strage di cani, maremmani, a Cerchio in provincia dell’Aquila

Una strage di cani con bocconi avvelenati. Siamo a Cerchio, in Abruzzo, in provincia dell’Aquila. Una zona remota e di montagna dove i pastori maremmani sono di casa, utilizzati per la custodia dei greggi e per la guardia.

Nonostante, la razza, ovvero quella del “pastore abruzzese” sia considerata un patrimonio culturale, non la esime dall’essere vittima di crudeltà.

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Bene nove pastori abruzzesi sono stati avvelenati nei pressi dell’abitazione dei proprietari, situata in località Trinità, contrada San Silvestro a Cerchio. Un avvelenamento voluto e mirato a colpire quei cani.

Secondo quanto denuncia Walter Caporale, presidente dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus, “l’immediata individuazione dell’avvelenamento ha permesso alla famiglia Vicaretti di trarne in salvo tre”.

Caporale rende noto che “Sul posto sono state rinvenute altre otto esche avvelenate”.

Mentre le carcasse degli animali sono state trasportate all’Istituto zooprofilattico di Caruscino ad Avezzano per scoprire la sostanza utilizzata, viene sospettato dalle autorità che per uccidere i maremmani sia stata utilizzata la stricnina.

Infatti, i sintomi riportati dai cani riconducono a questa sostanza letale. I poveri esemplari, sottolinea Caporale “sono deceduti dopo 10 minuti di convulsioni, generando bava e schiuma in eccesso”.

“È un episodio orribile che non rimarrà impunito”, dichiara il presidente di Animalisti Italiani Onlus, annunciando che l’associazione “si costituirà parte civile“.

Animalisti Italiani Onlus ha espresso vicinanza e solidarietà alla famiglia.

Uccisione animali: inasprimento pene

Questo ennesimo episodio dimostra quanto siano inefficienti le norme attuali con le quali i responsabili di maltrattamento e di uccisione di animali dovrebbero essere puniti.

Casi come quelli registrati in Sicilia, di avvelenamenti di massa o di cuccioli impiccati, mostrano il peggior volto di un sistema che non tutela gli animali e in parte acconsente a queste crudeltà, senza mettere in atto una strategia e un piano nazionale, mirato a sradicare e ad educare la popolazione, sensibilizzandola sul tema degli animali.

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“Il Governo deve inasprire le pene verso chi maltratta o uccide gli animali. Il Parlamento deve trasformare in legge le previsioni dell’ordinanza ministeriale (n.161 del 13-07-2018) contro i bocconi avvelenati e soprattutto adottare delle misure restrittive sulla vendita delle sostanze velenose facilmente reperibili in commercio”.

Conclude Caporale, ricordando che “questi prodotti tossici rappresentato tra l’altro una minaccia per l’ambiente, avvelenando la catena alimentare, si inquina il suolo e le sue falde acquifere”.

C.D.

 

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