Spagna, smascherate due sorelle che detenevano più di 50 Yorkshire in 60 mq, la scena trovata davanti dai soccorritori è raccapricciante
La vicenda ha avuto luogo in Spagna, nel capoluogo conosciutissimo di Valladolid, le protagoniste in questione, di cui non sono stati diramati i nomi, sono due sorelle di 40 e 49 anni che avevano messo in piedi una vera organizzazione intensiva per l’allevamento e la rivendita di cani di razza Yorkshire.
A sgominare la “Banda” è stata la polizia municipale spagnola grazie alla segnalazione di un vicino, nessuno poteva immaginare quale fosse la situazione reale fin quando gli agenti non sono riusciti ad entrare nell’abitazione, quello ha lasciato tutti maggiormente senza parole tuttavia è la scusa di una delle due sorelle per giustificare la situazione e sfuggire alla condanna.
50 Yorkshire in 60 mq: “Sono malata, tendo ad accumulare animali”, giustificazione shock per la difesa in tribunale
Abbai incessanti ed odore nauseabondo sono state le cause che hanno portato alla prima denuncia da parte del vicino di casa, la situazione però andava ben oltre ed è stata scoperta solo dopo la perquisizione dell’abitazione, inizialmente le due sorella avevano dichiarato di possedere soltanto 3 cani ma la verità era ben altra.
Gli agenti non hanno creduto alla ragazza che davanti la porta aveva mostrato solo tre cani, comunque in condizioni igieniche deplorevoli, ed hanno proceduto alla perquisizione trovandosi davanti ad una scena descritta come raccapricciante.
52 cani erano presenti in un locale di solo 60 Mq, l’odore di urina e feci era insopportabile ed le mosche presenti quasi annebbiavano la vista, alcuni cani inoltre erano stati chiusi in degli scatoloni nel tentativo di nasconderli alla polizia.
Inizialmente le due sorelle hanno dichiarato di aver tenuto li i cani per solo un mese dopo la scomparsa del loro padre, che effettivamente ne deteneva il permesso per l’allevamento, e di averli sempre curati tramite l’aiuto di un veterinario incognito, le testimonianze tuttavia hanno evidenziato come la situazione si protraesse da più di sei mesi.
In tribunale la tesi sostenuta dall’avvocato difensore invece è ancora più assurda e giustificherebbe l’accaduto con un malattia, la Sindrome di Noè, che porterebbe appunto al bisogno compulsivo di accumulare animali.
Le condizioni disumane in cui erano tenuti gli animali tuttavia non sono giustificabili, seppure una sindrome possa portare a voler accumulare tanti animali questo non implica che gli stessi debbano essere stipati tra i loro escrementi senza possibilità di muoversi per giorni e giorni, proprio su queste basi probabilmente l’accusa confermerà la condanna da 6 mesi ad un anno per le due sorelle.
I cani invece sono stati affidati a diverse strutture che sta provvedendo all’affido, la speranza è che possano tutti trovare una famiglia che gli dedichi le giuste attenzioni, per molti è già successo e speriamo che alla fine tutti potranno godere dello stesso privilegio.