386 cani sono stati salvati, a Yulin, da un camion, diretto alla festa di inizio estate, tipica per la carne di cane.
Nella Cina meridionale è tipico festeggiare all’inizio del periodo estivo, e in questi festeggiamenti è altrettanto tipicamente usuale servire piatti a base di carne di cane, particolarmente amata nelle giornate di caldo. La polizia cinese ha intercettato il camion, contenete 386 cani, stipati in gabbie anguste, oltre che essere già tutti in pessime condizioni, erano diretti al festival della carne, in cui sarebbero stati destinati al macello.
386 cani salvati dal camion diretto al festival della carne: “continueremo a combattere fino a che non avrà fine questa sofferenza”
Degli attivisti per i diritti animali hanno scoperto il camion circa una settimana prima dell’intercettazione, si sono rivolti alla polizia perchè convinti che alcuni dei cani presenti nel veicolo, avessero contratto delle malattie infettive, citando la legislazione del paese in merito alla diffusione delle malattie. Gli attivisti non mancano ad esprimere il loro disgusto verso il trattamento riservato a questi animali, definendo il camion come “il camion dell’inferno” per questi cuccioli; ” il massacro porta vergogna al nostro Paese”, continua Xiong, uno degli attivisti presenti al recupero del camion.
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I cani, dopo essere stati salvati, si è riscontrato avessero condizioni fisiche, dimensioni e razze diverse tra loro, la cosa certa, è che tutti si trovavano in condizioni pessime, e immediatamente dopo il sequestro dei veicolo sono stati trasferiti in quarantena, presso un centro dell’associazione che li ha presi in custodia, la Capital Animal Welfare Association di Pechino, dopo che i commercianti hanno firmato un accordo per rinunciare alla proprietà degli animali.
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Considerata la mancanza di leggi nel territorio che impediscano il massacro di questi animali, gli attivisti, quest’anno sono riusciti ad escogitare modi creativi per salvare i cani da questa barbarica uccisione. Hanno passato settimane ad esaminare le leggi in vigore in Cina, sperando ad evitare che l’evento avesse luogo, ma, purtroppo, l’iniziativa non ebbe successo. Uno dei volontari spiega che le normative, come per esempio quella di quarantena in caso di sospetto di malattie infettive, sono parecchie, ma spesso non rispettate dai commercianti che operano in questo mercato: l’obiettivo è ricordare alla polizia l’esistenza di queste regole, che permetterebbero di intervenire a favore della salvaguardia di questi animali.
Per fortuna il numero dei consumatori di carne di cane è sceso drasticamente, soprattutto dal 2020, ma purtroppo viene ancora pensato che la problematica di questo mercato sia un forte radicamento culturale, quando, in realtà , la maggior parte dei Cinesi ha smesso di consumare carne di cane, ritenendola un’abitudine raccapricciante. È il mercato persiste a causa dei commercianti, che lo alimentano. (Beatrice Croce)