Sterminati senza pietà, ammassati uno sopra l’altro, e come se non bastasse gli aguzzini si sono anche messi in posa per le “foto di rito” con uno di essi che posa il piede sulla testa di uno degli animali uccisi, come fosse un trofeo. Questo è il quadro deprimente che si è visto in Kuwait, dove un’azienda americana, che ha perso l’appalto per la sorveglianza dei siti di un’azienda petrolifera. Perso il lavoro, ammazzati i lavoratori, ossia i cani anti-bomba, addestrati appunto a fiutare gli esplosivi.
A denunciare questo scempio è stata la Kuwait Animal Rescue Unit che ha fatto notare come l’eccidio dei cani sia stato complementare con la perdita da parte dell’azienda dell’appalto di cui sopra. Questa azienda vanta ancora 90 cani utilizzati per queste attività, e la paura più grande è che la stessa sorte possa toccare anche a chi ancora sta “lavorando”. Dal canto proprio l’azienda si è definita “estranea ai fatti”, salvo poi giustificarsi dicendo che i cani avevano fallito la missione per cui erano stati addestrati, ossia individuare gli esplosivi durante i test.
Per finire in bellezza (usiamo questo triste eufemismo) l’azienda ha poi dichiarato che i cani “sono stati uccisi con umanità”, ma ci chiediamo, come si può parlare di umanità in un simile modo di procedere?
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