Dopo essere stato dichiarato biologicamente morto per più di 62 anni nel Tamigi ora ci sono circa 138 cuccioli di foca che hanno scelto il fiume come casa.
Nei primi anni 50 era stato considerato come una fogna dove gettare rifiuti e sembrava che nessuno volesse più abitare all’interno delle acque del Tamigi.
Alcuni scienziati della Zsl con l’aiuto di un drone che ha sorvolato la zona del fiume hanno analizzato alcune foto nelle quali è evidente che dei cuccioli di foca abitano le acque del fiume considerato invivibile.
Secondo la conta effettuata grazie alle foto scattate dal drone in totale ci sarebbero ben 138 cuccioli di foca nel Tamigi che riposano su banchi di sabbia e insenature intorno all’estuario durante l’estate, poco dopo la loro nascita.
Il biologo della conservazione Thea Cox ha dichiarato:
“Siamo stati entusiasti di contare 138 cuccioli nati in una sola stagione”. “I sigilli non sarebbero in grado di allevare qui senza una fonte di cibo affidabile, quindi questo dimostra che l’ecosistema del Tamigi è fiorente e mostra fino a che punto siamo arrivati da quando il fiume è stato dichiarato biologicamente morto negli anni ’50.”
Sembra che all’interno del fiume siano ospitate sia foche grigie che foche marine. Le foche marine pare si riproducano all’interno del fiume per poi recarsi altrove.
Le foche si nutrono di più di 120 specie di pesci presenti nel fiume tra cui due specie di squalo, cavallucci marini a muso corto e l’anguilla europea, che è in grave pericolo di estinzione.
La popolazione delle foche, a quanto riportato dagli scienziati ZSL sembra che continueranno ad aumentare, il conteggio delle foche è iniziato nel 2013, e nel 2017 furono resi noti i risultati nei quali si attesta che siano state registrate 1104 foche nel porto e circa 2406 in tutto l’estuario.
Non è ancora chiaro se il numero di foche avvistate dal 2013 ad oggi facciano parte di un gruppo di adulti con cuccioli in viaggio da altre aree come la Scozia dove le foche sembrano essere diminuite.
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Anna Cucknell, conduttrice del progetto di conservazione del Tamigi di ZSL, ha rilasciato una dichiarazione :
“La restaurata Madre Tamigi è un habitat essenziale per la crescita. I cuccioli di foca del porto possono nuotare entro poche ore dalla nascita, il che significa che sono ben adattati per crescere negli estuari di marea, come il Tamigi. Quando arriva la marea, possono nuotare via. Le foche grigie, d’altra parte, impiegano più tempo a stare tranquille in acqua, quindi vengono allevate altrove e vengono più tardi sul Tamigi per nutrirsi. “
Cucknell ha anche aggiunto: “Il Tamigi ospita oltre 20 specie di pesci che usano il Tamigi come habitat per l’allevamento. Specie marine come la spigola e la passera la usano proprio prima che si dirigano verso il mare. Avere una rete alimentare robusta e sana gioca un ruolo enorme nel supportare i migliori predatori come le foche. “
Secondo Anna Cucknell, l’inquinamento, e i liquami presenti nel Tamigi, sono ancora un enorme problema. Sembra infatti che alcune abitazioni scarichino ancora nel fiume, ed è per questo che è stato designato un progetto condotto da ZSL chiamato Outfall Safaris. Per questo progetto alcuni volontari infatti controllano gli affluenti e rintracciano la fonte dell’inquinamento delle acque.
L’ultima indagine sui cuccioli di foca è risale al 2018. Gli scienziati stanno ancora analizzando migliaia di fotografie per il conteggio del 2019.
ZSL sta continuando a sostenere il progetto chiedendo ai cittadini di aiutare nel conteggio di ogni capo per monitorare il numero di animali presenti nelle acque del Tamigi.
Anna Cucknell ha sottolineato : “Per molto tempo abbiamo voltato le spalle all’acqua e non l’abbiamo visto come habitat, è stato solo un corso d’acqua. Stiamo cercando di cambiare le percezioni delle persone. Lo chiamiamo il più grande segreto della fauna selvatica di Londra. Vedono l’acqua marrone e pensano che sia sporco e morto. Speriamo che le persone ne traggano ispirazione e ne siano proprietari. “
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Il Tamigi è il fiume che percorre tutta l’Inghilterra il nome Tamigi deriva dalla parola sanscrita “Tamasa” che significa “acqua scura”.
Il Tamigi è infatti sempre stato marrone e rimarrà della stessa colorazione anche se un giorno sarà completamente privo di inquinamento.
Le acque così scure sono causate da maree che setacciano il suo estuario fangoso. Ed è la fonte di gran parte della sua biodiversità. La sua composizione permettere al plancton di sopravvivere e fornisce cibo per i pesci.
Sessant’anni fa, il Tamigi era stato dichiarato addirittura tossico il The Guardian nel 1959 scriveva infatti : “I tratti di marea del Tamigi costituiscono una fogna aperta mal gestita. Non si trova ossigeno al suo interno per diverse miglia sopra e sotto il London Bridge”.
Due anni prima il Museo di storia naturale aveva dichiarato che il Tamigi era biologicamente morto.
Ora la situazione sembra essere cambiata e nonostante le foche siano dei predatori che stanno mangiando anche animali in via di estinzione ci si augura che il numero di esemplari continui ad aumentare decretando finalmente l’inizio della vita di moltissimi animali.
L.L.
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