120 mila iguane condannate a morte: le abbatteranno seguendo un piano controverso

Purtroppo, hanno disposto la soppressione di più di 100mila esemplari di iguane: ecco cosa sta accadendo in queste ore.

Il settore agricolo, in una particolare zona del mondo, sta affrontando una minaccia sempre più difficile da gestire: l’invasione delle iguane verdi. Con una popolazione che supera i 200.000 esemplari, questi rettili hanno trovato un habitat ideale, privi di predatori naturali e con abbondanza di risorse alimentari.

iguane taiwan
120 mila iguane condannate a morte: le abbatteranno seguendo un piano controverso – amoreaquattrozampe.it

La loro presenza però sta causando danni ingenti ai raccolti, compromettendo il lavoro di migliaia di agricoltori. Per contrastare il fenomeno, il governo ha varato un piano che prevede l’abbattimento di 120.000 iguane, una misura drastica che sta sollevando non poche polemiche.

Come le iguane verdi sono diventate un problema

L’espansione delle iguane verdi a Taiwan è il risultato di un fenomeno comune in molti Paesi: l’importazione di animali esotici per il commercio domestico. Questi rettili, venduti come piccoli esemplari da compagnia, sono spesso stati rilasciati nell’ambiente dai proprietari quando sono diventati troppo grandi o difficili da gestire.

Questo ha portato a una riproduzione incontrollata, con le femmine in grado di deporre fino a 80 uova alla volta, contribuendo a un’esplosione demografica che il fragile ecosistema taiwanese non è stato in grado di contenere.

iguana tra le piante
Come le iguane verdi sono diventate un problema – amoreaquattrozampe.it

Nelle regioni meridionali e centrali dell’isola, le iguane si sono stabilite tra le foreste e le aree agricole, devastando interi raccolti di frutta, verdura e piante. Gli agricoltori, che già devono affrontare le sfide del cambiamento climatico e delle oscillazioni di mercato, si trovano ora a combattere una minaccia biologica che mette a rischio la loro sopravvivenza economica.

La strategia del governo: un piano controverso che prevede l’uccisione di 120mila iguane

Per cercare di arginare il problema, il governo ha attivato squadre specializzate che, solo lo scorso anno, hanno abbattuto 70.000 iguane. Il piano per il 2025 è ancora più ampio e prevede la morte di 120.000 esemplari attraverso interventi mirati. Le autorità stanno incoraggiando i cittadini a segnalare i nidi e stanno promuovendo l’uso di lance da pesca, ritenute un metodo più rapido ed efficace per abbattere i rettili.

Secondo Chiu Kuo-hao, rappresentante dell’Agenzia per la Conservazione della Natura e delle Foreste, l’intervento è necessario per ristabilire l’equilibrio ecologico. Tuttavia, gli attivisti per i diritti degli animali non condividono questa posizione. Hsu Wei-chieh, segretario dell’Associazione per la Conservazione dei Rettili di Taiwan, sottolinea l’importanza di adottare metodi etici e di formare adeguatamente gli agricoltori affinché gli interventi siano il meno traumatici possibile.

In molti si chiedono se non sarebbe più efficace un approccio alternativo, come la cattura e la sterilizzazione degli esemplari piuttosto che il loro abbattimento indiscriminato. Alcuni ricercatori propongono di studiare la possibilità di reintrodurre predatori naturali, anche se questa soluzione comporterebbe altre incognite per l’ecosistema.

Un’opportunità per ripensare il rapporto che l’essere umano ha con la natura

La crisi delle iguane verdi a Taiwan è un monito su come l’introduzione incontrollata di specie esotiche possa alterare gli equilibri naturali. Questo problema non riguarda solo Taiwan: in Florida, negli Stati Uniti, le iguane verdi sono considerate una specie invasiva e vengono abbattute per limitare i danni agli edifici e all’agricoltura. Anche in Australia, l’introduzione di specie non autoctone ha avuto effetti devastanti sulla biodiversità locale.

Questa emergenza potrebbe trasformarsi in un’occasione per educare la popolazione sui rischi dell’abbandono irresponsabile degli animali domestici e per sviluppare strategie di contenimento più etiche. La sfida è trovare una soluzione che protegga l’ambiente e l’economia, senza trasformare la lotta contro un’invasione biologica in una crudele caccia indiscriminata.

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