Rispettare il coprifuoco è un dovere, violarlo (mantenendo le distanze sicurezze) per una giusta causa è un diritto: nelle ultime ore salvate 100 balene che si erano spiaggiate lungo la riva del mare.
Il coronavirus non può fermare il mondo. Quante volte ce lo siamo ripetuti anche dentro noi stessi e quante volte lo abbiamo sentito dire da altre persone, intorno a noi o in diretta tv e web. Forse è proprio così: è un cancro di questa società mondiale, ma non può porre fine sulle opere di bene dell’essere umano.
Non sono gli esser umani. Indirettamente sono colpiti anche gli animali. Molti di loro rimangono solo, abbandonati a un destino, a volte, davvero crudele. Così, in tutto il mondo, si stanno attivando, anche grazie alla potenza della rete e di Internet stessa, gruppi di persone che vogliono mettere al servizio la propria vita per aiutare chi è in difficoltà con degli animali a carico.
Al di là della solidarietà, che sempre rimane lo slancio da cui partire, alcune vicende attorno al Covid-19 portano con sé l’atto del trasgredire, mantenendo le distanze di sicurezza e indossando le mascherine. Parliamo di ciò che è successo sulle spiagge dello Sri Lanka, ove un gruppo di persone ha trasformato il coprifuoco in un atto di salvataggio verso un altro gruppo di oltre 100 balene.
Così, in tempi critici come quelli che noi tutti stiamo passando, c’è ancora spazio stupirsi dinanzi un gesto che all’inizio può risultare pericolo, ma che alla fine sancisce la vittoria del termine aiuto. Aiutare non deve passare di moda e non passerà mai, nonostante in giro ci sia ancora il coronavirus.
Un gruppo di persone, nelle spiagge dello Sri Lanka, esattamente nella località di Pandura, a sud della capitale di Colombo, hanno salvato oltre 100 balene. Questi bellissimi esemplati marini si erano spiaggiati in massa in riva al mare. A dare l’allarme è stato un pescatore, Upul Ranjith, il quale ha visto una macchia nera davanti a sé e subito dopo un folto gruppo di enormi animali spiaggiarsi uno dopo l’altro. Quest’ultimo, durante una breve ma coincisa intervista ha dichiarato: “Stavo pescando quando ho visto come una macchia nera davanti a me. Mi sono da subito spaventato. Poi, subito dopo, vedendo le altre ho capito cosa stava succedendo. Non è mai accaduta una cosa del genere e noi tutti non ci spieghiamo il motivo di questo orrendo evento”.
A differenza di ciò che era successo in Australia tempo addietro, questa volta le balene sono state salvate in massa, da persone facenti parti del corpo militare e dai semplici cittadini accorsi in massa per dare un mano e rigettare in mane questi bellissimi esemplari. Solo quattro di loro, purtroppo, hanno perso la vita. Le altre 100 e oltre, hanno ripreso a nuotare, felici e meno spaventate, nelle acque dello Sri Lanka.
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