I campioni di DNA di gatti vissuti migliaia di anni fa sono stati recuperati da circa 30 siti archeologici, e l’operazione non è certo figlia del caso: si intende infatti dimostrare che le popolazioni antiche avevano già sviluppato la bella e sana consuetudine di avere come animali domestici dei mici. I primi allevatori e marinai si avvalevano del loro prezioso aiuto per debellare la piaga costituita dalla presenza invasiva dei topi, come dimostra uno studio condotto da Eva-Maria Geigl dell’istituto ‘Jaques Monod’ di Parigi e pubblicato sulla rivista specializzata ‘Science’.
Lo sviluppo dell’agricoltura avrebbe favorito in maniera decisiva la formazione del legame uomini-gatti: nei primi granai si registrava difatti una elevata concentrazione di topi, e come conseguenza, di felini. Intuita la loro utilità, i gatti sono stati promossi al pari dei cani ad animali domestici prediletti, consuetudine nata nella Mezzaluna Fertile ben dodicimila anni fa e sviluppatasi poi in tutto il mondo. E’ stato dedotto che i discendenti dei gatti dell’Antico Egitto si sarebbero successivamente diffusi in Turchia, Africa Sub Sahariana ed anche in Asia ed Europa, fino ai territori nordici.
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