Tanti sono i pericoli che arrivano dall’esterno per i nostri gatti. In particolare, il contatto ravvicinato e frequente con i gatti randagi – a volte afflitti da patologie anche serie come la leucosi felina, l’immunodeficienza virale e il tifo – può mettere a serio rischio la salute del micio domestico. Ma cos’è il tifo dei gatti? Detta anche panleucopenia felina, è una malattia molto contagiosa e potenzialmente mortale. Si può combattere con un vaccino efficace: in tal modo possiamo evitare che si propaghi. Possiamo inoltre riconoscere e contrastare per tempo i sintomi di questa malattia.
Lo sviluppo, infatti, è abbastanza rapido, per cui se vogliamo evitare spiacevoli conseguenze si deve agire per tempo. Generalmente, il gatto contrae il virus del tifo se entra in contatto con un gatto malato che lo lecca o lo morde. Può provocare il contagio anche il contatto con le feci dell’animale infetto. Oppure i gattini possono contrarre il tifo prima della loro nascita attraverso la madre. Infine, c’è la possibilità che il contagio arrivi da uomo a gatto. Il virus è infatti molto resistente e l’uomo può portare in casa gli agenti patogeni presenti all’esterno, per esempio con le suole delle scarpe.
Particolarmente a rischio, esattamente come accade per gli umani, sono i cuccioli oppure i soggetti anziani. Il periodo d’incubazione del virus può variare dai due ai cinque giorni e si presenta sotto tre forme. C’è quella iperacuta, che appare nei gattini che non sono ancora stati vaccinati. In genere, questa forma non lascia scampo ai mici, che muoiono in poche ore.
La forma acuta affligge i cuccioli e i giovani gatti. Tre le fasi della malattia, a partire dalla febbre. Successivamente, il micio comincia a disidratarsi, la sua mucosa diventa più pallida e la temperatura si abbassa drasticamente. Terza fase del tifo felino sono vomito e diarrea emorragica che aumentano il livello di disidratazione. Se presa per tempo, la malattia può essere guarita, ma comunque nella metà dei casi il felino muore. Infine, abbiamo una forma subacuta, che provoca principalmente una diarrea cronica e non è causa di decesso.
I gatti malati di tifo mostrano un livello molto basso di globuli bianchi. Sarà il veterinario a diagnosticare il tifo, con un prelievo di sangue. La conferma della malattia arriva poi da un’analisi delle feci. Non ci sono purtroppo trattamenti specifici per combattere il tifo, ma si può innanzitutto evitare che l’animale venga contagiato da altri batteri. Infatti, le sue difese immunitarie risulterebbero troppo basse per espellerli.
Si può puntare su medicinali che bloccano il vomito e la diarrea, o su antibiotici specifici. In ogni caso, l’unica forma di prevenzione reale è il vaccino contro la malattia.
GM
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