Svezzamento dei gatti: da una ricerca arrivano molte risposte

Svezzamento dei gatti: da una ricerca arrivano molte risposte

(Pixabay)

Nelle scorse settimane, vi abbiamo proposto una guida con alcuni consigli per educare il vostro gatto. Nuove risposte arrivano da una ricerca pubblicata su Scientific Reports. Gli autori sono Milla K. Ahola, Katariina Vapalahti e Hannes Lohi del Dipartimento di bioscienze veterinarie dell’università di Helsinki. Lo studio spiega: “L’abbandono precoce aumenta l’aggressività e il comportamento stereotipico nei gatti”. Viene quindi ricordato: “L’età raccomandata per lo svezzamento di 12 settimane dovrebbe essere aumentata di almeno due settimane. Prolungare lo svezzamento è un modo facile e conveniente per migliorare la qualità della vita dei gatti”.

Sono circa cento milioni i gatti domestici in Europa. Ai loro comportamenti è rivolta la ricerca dei tre finlandesi: “Il gatto è l’animale da compagnia più popolare e la gente è sempre più interessata al suo benessere. Uno degli argomenti maggiormente discussi nel dibattito internazionale è l’età di svezzamento, ossia l’età in cui i gattini sono separati dalla madre e dai fratelli e portati in una nuova casa. In Finlandia, l’età minima raccomandata per lo svezzamento è di 12 settimane, ma in molti altri Paesi, come gli Stati Uniti, è comune la svezzamento di gattini fino a 8 settimane”.

Dunque meglio ritardare?

Si tende spesso a pensare che il periodo critico per la socializzazione finisca entro le 8 settimane di età. Ma i ricercatori sostengono che è invece meglio ritardare. Sottolinea Ahola: “Abbiamo riscontrato che cambiamenti positivi nel comportamento del gatto possono verificarsi dopo l’età raccomandata di svezzamento di 12 settimane. Sono un amante dei gatti e questo studio supporta le mie esperienze precedenti sull’importanza dell’età dello svezzamento sul benessere dei gatti. Penso che aumentare l’età raccomandata dello svezzamento sarebbe l’atto dell’anno per l’animal welfare”.

Si tratta di uno studio inedito, che rivela particolari che finora non erano mai stati presi in considerazione: “Abbiamo scoperto un modo semplice per migliorare il benessere dei gatti”, dice Lohi. Poi aggiunge: “Proponiamo che l’età consigliata di svezzamento sia aumentata di due settimane. Il numero di gatti nel mondo è immenso e i problemi comportamentali sono molto comuni. Questo potrebbe avere un impatto positivo significativo si sul benessere dei gatti che dei loro proprietari a livello globale”.

Il campione su cui si è basato lo studio riguarda seimila gatti, quindi sicuramente ha un certo peso. Dice la ricerca: “Molti problemi comportamentali sono più comuni del previsto. Più dell’80% dei gatti è stato segnalato come esposto a problemi comportamentali lievi, mentre i problemi comportamentali gravi sono stati segnalati per il 25% di tutti i gatti. I problemi comportamentali felini possono includere la timidezza, suzione stereotipica della lana, l’eccessiva cura e l’aggressività”.

I gatti come altri animali

Da Helsinki spiegano che i comportamenti dei gatti sono simili a quelli di altri animali e anche dell’essere umano. Viene rilevato: “L’età dello svezzamento ha un impatto sul comportamento successivo del gatto. I gatti svezzati prima delle 8 settimane di età hanno mostrato più aggressività e comportamenti stereotipici”. Poi si ricorda: “I gatti svezzati in età adulta avevano meno problemi di questo tipo rispetto agli altri gatti”. Infine, “i gatti svezzati a 14 settimane di età avevano meno problemi comportamentali rispetto ai gatti svezzati prima”.

I ricercatori quindi concludono: “Anche questi cambiamenti comportamentali sono collegati. Abbiamo scoperto che l’aumento dell’aggressività è correlato all’aumento del comportamento stereotipico. Gli impatti dello svezzamento precoce sembrano manifestarsi specificamente come aggressività e comportamento stereotipo, il che suggerisce cambiamenti nei neurotrasmettitori dei gangli basali”.

 

GM

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