La socializzazione è una fase fondamentale per il cucciolo di gatto: necessaria per integrare il gattino con persone e animali, ecco come farla e quali sono i tempi giusti.
Accogliere in casa un gattino significa occuparsi di lui a tutto tondo, proprio come se fossimo i suoi genitori: bisogna assicurarsi che il nuovo arrivato abbia a disposizione acqua e cibo, un posto comodo e caldo per poltrire, spazi e giocattoli giusti per divertirsi e sfogare le energie che scorrono a tutta forza in un giovanissimo esemplare di felino domestico.
Ma occuparsi dell’alimentazione, del gioco e dell’habitat del gattino non basta ad essere certi che la sua vita sia all’insegna della buona salute e del benessere: è fondamentale occuparsi anche della socializzazione del cucciolo di gatto, in modo tale che il micino sia capace di interagire senza problemi con altri animali e con le persone che incontrerà nella sua nuova famiglia umana.
In questo articolo, scopriamo come funziona la socializzazione nei gatti cuccioli, perché è così importante, quando e come farla nel modo più efficace possibile.
La fase di socializzazione del gattino inizia intorno ai 15/20 giorni di vita del cucciolo e prosegue fino ai due, tre mesi circa: in generale, più precocemente si inizia a educare il gattino alla socializzazione, migliori saranno i risultati ottenuti.
Rispetto a quanto accade per la socializzazione del cane, infatti, è necessario educare il gattino al contesto molto prima: il gatto, infatti, nasce con un cervello già ben sviluppato e pertanto sarà pronto prima a immagazzinare informazioni e imparare nuovi comportamenti.
Questa fase è fondamentale per il cucciolo di gatto, che impara a interagire nel contesto sociale con altri gatti, con altri animali domestici e anche con le persone. Si tratta di un processo molto importante per evitare che l’animale sviluppi in età adulta problemi comportamentali di vario genere, come ad esempio paure e fobie, ansia e aggressività nel gatto domestico.
I primi contatti che il gattino ha fin dalla nascita sono con la mamma, il papà e i fratellini: si può dire che la socializzazione del cucciolo di gatto inizia proprio da qui. L’ideale è lasciare che il piccolo stia con mamma gatta e gli altri cuccioli almeno fino a 10/12 settimane di vita, in modo tale da imparare a interagire con i suoi simili diventando un gatto capace di convivere con altri gatti in età adulta.
Inoltre, l’indole e il comportamento di mamma gatta e papà gatto fungono da esempio pratico a cui il gattino potrà rifarsi: se la mamma è socievole, riuscirà a trasmettere il giusto grado di sicurezza al cucciolo, che imparerà presto ad esplorare l’ambiente circostante e quindi a interagire con tutto ciò (e tutti coloro) che incontra. Anche il papà socievole ha una certa influenza: il loro coraggio li rende un esempio di adattamento alla vita sociale e alle curiosità che il mondo offre ogni giorno.
Anche se fin dalla nascita ha imparato ad interagire con i propri genitori e fratellini, il gatto cucciolo ha bisogno di socializzazione rispetto alla presenza di altri animali domestici che potrebbe incontrare nella sua vita: se ad esempio in famiglia c’è un cane oppure degli animali di piccola taglia come uccellini o pesci, è fondamentale che il micio impari fin da piccolo a riconoscerli come familiari per non sviluppare poi comportamenti aggressivi o grosse paure nei loro confronti.
Bisogna quindi fare in modo che fin dalla più tenera età il gattino possa incontrare in tutta tranquillità cani, cavalli, tartarughe, conigli, cavie, criceti, eccetera: soltanto in questo modo crescerà sapendo che è tutto normale, e non vedrà nessun altro animale come una preda da cacciare né tantomeno come un predatore da cui fuggire.
Anche nel caso degli esseri umani vale la regola della socializzazione precoce: il cucciolo di gatto abituato a interagire con le persone, ad essere preso in braccio e accarezzato, sarà un gatto adulto perfetto per vivere in famiglia. Probabilmente imparerà ben preso ad apprezzare il contatto fisico con gli umani, diventando un gatto che fa le fusa e si strofina sulle gambe delle persone.
Se si vuole abituare fin da piccolo il gattino al contatto umano, è bene invitare a casa fin da subito molte persone diverse: giovani, adulti, bambini, anziani di aspetto fisico di vario tipo che potranno interagire (con le dovute cautele) con il cucciolo prendendolo in braccio, accarezzandolo e abituandolo alle coccole. Probabilmente, all’inizio il micio tenderà a mostrarsi un po’ aggressivo perché spaventato dalla situazione: ma con un po’ di pazienza, imparerà ben presto a lasciarsi avvicinare e a fare amicizia.
Un discorso a parte merita la costruzione della relazione con la persona che sarà la sua “mamma umana” (che può essere sia un uomo, che una donna): in una linea temporale immaginaria di prosecuzione naturale delle cose, infatti, il gatto imparerà a vedere nella persona che si occuperà di lui (offrendogli cibo, protezione e calore) la sostituta della mamma gatta. Un comportamento tipico dei gatti, quello di “fare la pasta”, è la dimostrazione pratica di tutto questo: richiama il gesto che da piccolo faceva alla mamma per avere il latte.
C.B.
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