Se lo si fa nel modo giusto, lo educheremo davvero: come sgridare un gatto

Se lo si fa nel modo giusto, lo educheremo davvero: come sgridare un gatto

Non ci fa mai piacere ma a volte è necessario per la sua educazione: come sgridare un gatto nel modo giusto e quali errori evitare per non minare il rapporto.

Gatto combina guai e viene rimproverato
Come sgridare il gatto quando combina guai (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Spesso testardi, indipendenti e molto poco inclini a rispettare i comandi del padrone, i felini domestici non saranno sempre facili da gestire, per questo è opportuno sapere come sgridare il gatto nel modo giusto e senza commettere errori che potrebbero minare il rapporto Micio-padrone. Solo se lo rimproveriamo nel modo giusto saremo in grado di formarlo e garantire una convivenza serena.

Il gatto è dispettoso? Non è come sembra

Alle volte pare proprio che lo facciano apposta, ma in realtà ogni loro comportamento ha alla base una motivazione ben precisa: si tratta di rispondere quindi a delle esigenze, dei bisogni precisi che sono anche molto basilari. infatti un Micio si preoccuperà di avere del cibo a disposizione, un luogo caldo per riposare e un altro dove poter lasciare i suoi bisogni.

Gatto si rifà le unghie
Gatto si rifà le unghie sul divano (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

E quando fattori esterni modificano la routine quotidiana alla quale è molto affezionato, dobbiamo comprendere che anche il suo comportamento può esserne influenzato e modificarsi in base alle circostanze. Quindi non è loro intenzione farci dei dispetti, bensì spesso manifesta (o sfoga) il suo malessere con atteggiamenti e gesti che a noi possono risultare fastidiosi e talvolta insopportabili. Ma non tutto è perduto: possiamo sicuramente provare a educarlo, con qualche rimprovero quando serve.

Come sgridare un gatto: c’è il modo giusto per farlo

Innanzitutto bisogna avere grande comprensione per i loro comportamenti, specialmente quelli che ci danno più fastidio ma che per i felini sono perfettamente ‘normali’, come ad esempio il rifarsi le unghie sulle nostre tende o sul divano di casa. Quando al ritorno a casa troviamo questi ‘regalini’ da parte di Micio, il vero segreto è giocare d’astuzia e stimolarlo ad agire correttamente.

Di certo non potremo far loro un discorso a parole, non servirebbe a nulla e non ci capirebbero, ma dobbiamo dimostrare loro che, comportandosi bene, avranno ‘qualcosa in cambio’, ovvero un rinforzo positivo. Un oggetto, un giocattolo, uno snack o qualsiasi altra cosa possa gratificarli quando agiscono nel modo giusto, sarà per loro uno stimolo ulteriore a rimettere in atto lo stesso comportamento.

Il primo passo è sicuramente quello di attirare la sua attenzione: non sarà così semplice distrarlo dalla sua attività ‘negativa’ per farlo concentrare su altro, soprattutto se gli piace e ne trova giovamento. Potremmo iniziare con un secco e deciso ‘No’ proprio quando lo troviamo sul fatto. Secondo alcuni può essere utile anche distoglierlo da quella attività spruzzandogli sul corpo dell’acqua, ma in molti non accettano questo metodo.

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Come sgridare un gatto: gli errori da evitare

Siamo umani e come tali possiamo sbagliare anche noi, spesso per esasperazione o inesperienza. In ogni caso gli errori più comuni nell’educazione del gatto sono quasi sempre gli stessi, ovvero:

Sgridare il gatto
Sgridare il gatto che ha rotto un vaso (Canva-Amoreaquattrozampe.it)
  • alzare il volume della voce,
  • sgridarlo quando non sta facendo l’azione ma magari quando è già stata fatta da tempo,
  • maltrattarlo fisicamente.

E’ bene soffermarsi su quest’ultimo punto per chiarire che per ‘maltrattamento’ si intendono soprattutto le punizioni corporali o anche degli atteggiamenti che vogliono indurre Micio a disagio, come ad esempio quando lo costringiamo ad annusare i suoi stessi bisogni che magari ha lasciato in giro per casa perché non accetta la lettiera.

Per quanto riguarda la violenza, sia quella corporale sia quella psicologica, non sono assolutamente contemplate (né per la sua educazione né per altre ragioni), tanto da rientrare nei maltrattamenti animali, punibili per Legge.

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Come far capire a Micio che c’è una gerarchia

ma anche i gatti devono abituarsi a riconoscere che esiste un capo, un’autorità? Assolutamente sì! Così come accade per i cani, anche i felini devono sapere che nel branco (la famiglia) e sul territorio (la casa in cui vivono) esiste una figura di riferimento cui prestare attenzione e obbedienza. Una volta che saremo riusciti a farci riconoscere come ‘capi’, non sarà impossibile educare il gatto per ricevere il suo rispetto: di sicuro la convivenza risulterà più serena per tutti.

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