Tromboembolismo arterioso del gatto: cause, sintomi, diagnosi e terapie

Tromboembolismo arterioso del gatto: cause, sintomi, diagnosi e terapie

Si tratta di una malattia ischemica a carattere acuto che può colpire Micio. Tutto quello che c’è da sapere sul tromboembolismo arterioso del gatto.

Tromboembolismo arterioso del gatto
Tromboembolismo arterioso del gatto (Foto Adobe Stock)

Avete sentito parlare di tromboembolismo arterioso felino e non
sapete di cosa si tratta? Come anticipato è una malattia ischemica a carattere acuto: nell’atrio sinistro del cuore del gatto (molto più raramente nelle altre camere cardiache) si verifica la formazione di uno o più coaguli di sangue che, una volta entrati nel circolo sanguigno, bloccano le arterie periferiche provocando una ostruzione. Quali sono le cause? E quali i sintomi e le terapie?

Potrebbe interessarti anche: Il gatto ha le zampe fredde: i possibili motivi

Quello che devi sapere sul tromboembolismo arterioso del gatto

zampe fredde gatto
Zampe fredde nel gatto (Foto Adobe Stock)

Cause – Come avrai avuto modo di intuire dalla semplice spiegazione qui sopra questa malattia è associata a problemi cardiaci del gatto. Ma non solo. Può essere provocata anche da:
stasi (ipovolemia, disidratazione del gatto, cardiopatie,
insufficienza cardiaca, ipertensione polmonare, tamponamento
cardiaco);
ipercoagulabilità del sangue (tumore del gatto, sindrome nefrosica, anemia emolitica immunomediata, glomerulopatie);
lesioni dell’endotelio (sepsi, amiloidosi, flebiti, emagiosarcomi, invaginamento intestinale, anemia emolitica immunomediata, filariosi cardiopolmonare, ustioni, traumi, vasculiti immunomediate).

Le arterie in cui si sviluppa un tromboembolismo arterioso sono la biforcazione aortica a livello delle iliache e le arterie polmonari, cerebrali, renale e quella brachiale.

Sintomi – Tra questi troviamo:

– respirazione a bocca aperta o testa estesa sul collo nel tentativo
di respirare;
– arti freddi e/o cianotici;
– letto ungueale cianotico;
– paresi acuta e improvvisa generalmente bilaterale;
– dolore con vocalizzazioni;
– edema polmonare o versamento pleurico;
– tachipnea;
– alterazioni del polso femorale;
– soffio cardiaco;
– alterazioni nelle funzionalità di reni e polmoni;
– epilessia;
– deficit neurologici in caso di tromboembolismo cerebrale;
– zoppia intermittente (raramente).

Diagnosi – Questa viene fatta dopo una visita in clinica o dal veterinario che valuta uno o più sintomi elencanti mentre la conferma avviene tramite ecografia, doppler vascolare e test di coagulazione. Altri strumenti di indagine sono la risonanza
magnetica, la tac, la scintigrafia, l’angiografia e le analisi del
sangue (in particolare iperazotemia, iperglicemia, ipocalcemia,
ipercolesterolemia, aumento delle transaminasi, di CPK e LDH).

Terapia – Come si interviene? O chirurgicamente (in centri
specializzati dotati di strumentazione specifica e solo se Micio può
sopportare l’anestesia) oppure con terapia medica. Questa prevede:
– terapia del dolore;
– dare ossigeno solo se serve;
– curare la patologia cardiaca;
– somministrare eparina per evitare la formazione di nuovi trombi e la crescita di quelli già esistenti).

Infine un approfondimento:
– la miocardiopatia è spesso il fattore predisponente più
importante;
– nei gatti che sopravvivono sono frequenti le recidive;
– tutti i gatti possono svilupparla ma vi è una predisposizione per
i comuni europei, il Ragdoll, il Birmano e l’Abissino.

S.C.

Gestione cookie