Si tratta di una malattia ischemica a carattere acuto che può colpire Micio. Tutto quello che c’è da sapere sul tromboembolismo arterioso del gatto.
Avete sentito parlare di tromboembolismo arterioso felino e non
sapete di cosa si tratta? Come anticipato è una malattia ischemica a carattere acuto: nell’atrio sinistro del cuore del gatto (molto più raramente nelle altre camere cardiache) si verifica la formazione di uno o più coaguli di sangue che, una volta entrati nel circolo sanguigno, bloccano le arterie periferiche provocando una ostruzione. Quali sono le cause? E quali i sintomi e le terapie?
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Quello che devi sapere sul tromboembolismo arterioso del gatto
Cause – Come avrai avuto modo di intuire dalla semplice spiegazione qui sopra questa malattia è associata a problemi cardiaci del gatto. Ma non solo. Può essere provocata anche da:
– stasi (ipovolemia, disidratazione del gatto, cardiopatie,
insufficienza cardiaca, ipertensione polmonare, tamponamento
cardiaco);
– ipercoagulabilità del sangue (tumore del gatto, sindrome nefrosica, anemia emolitica immunomediata, glomerulopatie);
– lesioni dell’endotelio (sepsi, amiloidosi, flebiti, emagiosarcomi, invaginamento intestinale, anemia emolitica immunomediata, filariosi cardiopolmonare, ustioni, traumi, vasculiti immunomediate).
Le arterie in cui si sviluppa un tromboembolismo arterioso sono la biforcazione aortica a livello delle iliache e le arterie polmonari, cerebrali, renale e quella brachiale.
Sintomi – Tra questi troviamo:
– respirazione a bocca aperta o testa estesa sul collo nel tentativo
di respirare;
– arti freddi e/o cianotici;
– letto ungueale cianotico;
– paresi acuta e improvvisa generalmente bilaterale;
– dolore con vocalizzazioni;
– edema polmonare o versamento pleurico;
– tachipnea;
– alterazioni del polso femorale;
– soffio cardiaco;
– alterazioni nelle funzionalità di reni e polmoni;
– epilessia;
– deficit neurologici in caso di tromboembolismo cerebrale;
– zoppia intermittente (raramente).
Diagnosi – Questa viene fatta dopo una visita in clinica o dal veterinario che valuta uno o più sintomi elencanti mentre la conferma avviene tramite ecografia, doppler vascolare e test di coagulazione. Altri strumenti di indagine sono la risonanza
magnetica, la tac, la scintigrafia, l’angiografia e le analisi del
sangue (in particolare iperazotemia, iperglicemia, ipocalcemia,
ipercolesterolemia, aumento delle transaminasi, di CPK e LDH).
Terapia – Come si interviene? O chirurgicamente (in centri
specializzati dotati di strumentazione specifica e solo se Micio può
sopportare l’anestesia) oppure con terapia medica. Questa prevede:
– terapia del dolore;
– dare ossigeno solo se serve;
– curare la patologia cardiaca;
– somministrare eparina per evitare la formazione di nuovi trombi e la crescita di quelli già esistenti).
Infine un approfondimento:
– la miocardiopatia è spesso il fattore predisponente più
importante;
– nei gatti che sopravvivono sono frequenti le recidive;
– tutti i gatti possono svilupparla ma vi è una predisposizione per
i comuni europei, il Ragdoll, il Birmano e l’Abissino.
S.C.