Tricocefali nel gatto, una parassitosi rara in questo animale ma che è meglio conoscere. Vediamo, insieme, quali sono le cause che la provocano, i sintomi e la terapia consigliata.
I nostri affezionati animali domestici possono ammalarsi anche all’improvviso e, molto spesso, sono così subdole le malattie da non farci accorgere subito della loro sofferenza e del peggioramento della loro salute. Nel felino, ad esempio, si possono manifestare dei disturbi anche rari e che colpiscono di più altri pelosi, come ad esempio i cani. Oggi, vediamo cosa sono i tricocefali nel gatto e quali sono le soluzioni a questo problema.
Parliamo di un problema abbastanza raro nel felino ma che può comunque manifestarsi in un caso sfortunato. Perciò, è bene conoscere le possibili cause scatenanti questo disturbo nel micio domestico e sapere quali sono i sintomi tipici che possono presentarsi in lui.
Ai nostri amici pelosi può capitare di soffrire per disturbi rari e che colpiscono altri animali, come i cani. Esistono dei disturbi che si sviluppano nel felino e che possono compromettere la sua salute, come la parassitosi e l’infestazione di vermi.
Nonostante per il gatto sia una condizione piuttosto rara, anche in lui è possibile riscontrare i tricocefali. Ma che cosa sono? I tricocefali sono nematodi, dei vermi conosciuti come Trichuris serrata e campanula.
Parlando di vermi del gatto, è normale pensare ai coccidi e agli ascaridi nel gatto. Questi vermi vivono nell’intestino crasso, sono di colore giallo e di una lunghezza tra i 3 e gli 8 centimetri. Le loro uova, invece, sono giallastre e a forma di limone.
Le specie di tricocefali possono formarsi quando si entra a contatto con sabbiere o con il terriccio contaminati. Nell’intestino crasso, le femmine producono uova che verranno poi esternate attraverso le feci dell’animale.
Le uova prodotte dai tricocefali resistono molto nell’ambiente esterno, a qualsiasi clima, e possono essere infettive anche per anni. Se il micio lecca il terriccio contaminato, beve quell’acqua o ingerisce le uova con il cibo, le larve iniziano il loro ciclo di vita nell’intestino.
L’infestazione di tricocefali nel gatto può causare danni alle pareti del cieco e del colon, poiché questi si nutrono di sangue. Oltre a ciò, ci sono altri sintomi vari:
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In questa sofferente e delicata condizione, la diagnosi è basilare per poter agire nel modo migliore e aiutare il felino a curarsi. Vediamo, qui di seguito, in cosa consiste la diagnosi e qual è la terapia prevista in caso di tricocefali nel gatto.
Così come accade per il cane, anche per il felino è prevista una diagnosi con il prelievo delle uova nelle sue feci o tramite la flottazione o l’arricchimento. Successivamente, ci sarà la somministrazione dei vermifughi specifici per il micio.
Naturalmente, la scelta del vermifugo giusto deve essere prescritta o consigliata esclusivamente dal medico veterinario, altrimenti si rischia di non risolvere nulla e perdere tempo prezioso in acquisti inutili.
Nella casa, poi, occorrerà disinfestare l’ambiente, quindi si dovrà cambiare la lettiera ogni giorno, insieme alle lenzuola e ai copridivani.
Per i padroni che hanno anche un giardino, la situazione si complica, perché i vermifughi non possono impedire infestazioni future. É necessario un controllo dettagliato di tutto il suo territorio e assicurarsi che sia tutto ‘pulito’.
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Ilaria G
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