Purtroppo può capitare e bisogna sapere cosa fare per salvare la vita del nostro amato micio: come riconoscere i sintomi di trauma da investimento nel gatto e cosa fare per curarlo.
Confessiamolo: è il nostro peggiore incubo quando il nostro micio ci lascia da soli a casa e decide di andarsene a zonzo per strada. Siamo sempre in costante pensiero per la sua incolumità, sia che abitiamo in pieno centro città sia in una strada isolata di campagna. Purtroppo può capitare che un micio venga investito da un’auto ed è per questo fondamentale saper riconoscere i sintomi di un trauma di investimento nel gatto e saperlo curare nel modo più immediato ed efficace.
I casi e i resti che restano ben visibili sotto ai nostri occhi di animali investiti lungo le strade che siamo soliti percorrere, purtroppo ne sono tantissimi e il numero continua a salire. Se ci è capitato di vedere il corpo martorizzato di un cane o di un gatto sul ciglio della strada è un dovere morale fermarsi.
Se invece siamo stati proprio noi a causare l’impatto con l’animale, oltre che per coscienza, è anche un nostro dovere giuridico fermarci e prestargli aiuto: l’omissione di soccorso di animali è un reato punibile a livello amministrativo.
Secondo il comma 9bis, art. 189 del codice della strada, l’omissione di soccorso è punibile con una multa che parte dai 413 euro e arriva fino ai 1656 euro. Una vera conquista per tutti coloro che amano gli animali, se consideriamo che prima di questa Legge, investire un animale e non soccorrerlo, con conseguente morte della vittima, non era considerato neppure un reato punibile. E badate bene: non si parla solo di cani o gatti, ma di tutti gli animali da affezione (quindi anche mucche, tartarughe, conigli etc.).
E’ ovvio che se vediamo un animale agonizzante sul ciglio della strada non saremo mai in grado di capire cosa può essergli successo. Qualora, sfortunatamente, dovessimo essere proprio noi gli investitori, allora sapremo che l’animale ha subìto certamente un trauma da impatto con la nostra auto o con altri mezzi di trasporto.
Se vogliamo essere in grado di aiutarlo, la prima cosa da fare è imparare a riconoscere i segnali che il suo corpo traumatizzato ci invia, così da elencarli all’esperto veterinario del pronto soccorso animale dove dovremo condurre la povera vittima. Solitamente i sintomi da impatto da investimento più frequenti sono:
Quest’ultimo fattore è naturalmente dovuto alla paura e allo shock per l’impatto subìto: è più che normale che il micio, qualora ne avesse la forza, non si mostrasse gentile ed affabile nei confronti di chi ha causato l’incidente che lo ha coinvolto.
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A meno che non scappi via, magari nelle campagne che costeggiano la strada dove lo abbiamo investito e lo perdessimo di vista, dobbiamo sempre condurlo dal veterinario. Sarebbe davvero crudele lasciarlo agonizzante sul ciglio della strada, magari al freddo oppure sotto al sole cocente.
Conoscendo bene l’entità dell’impatto dovremo fornire ai sanitari del Pronto soccorso animale tutta una serie di indicazioni utili, ovviamente anche sulle eventuali evoluzioni (o involuzioni) dello stato fisico del gatto coinvolto.
E’ fondamentale portarlo in una clinica specializzata o in strutture veterinarie di Pronto soccorso anche per scongiurare la presenza di lesioni ed emorragie interne al gatto. Infatti, sebbene dal suo aspetto non si direbbe, il gatto potrebbe aver subito traumi interni che non si vedono ad occhio nudo ma che in breve tempo potrebbero condurre a conseguenze tragiche (ad esempio problemi cardio-circolatori), fino alla morte.
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E’ colpa nostra, ma possiamo rimediare: innanzitutto fermandoci! E’ importante mantenere la calma e agire con freddezza: prima di portarlo al Pronto soccorso più vicino dobbiamo provare a limitare le conseguenze dell’impatto sul suo fisico.
Avviciniamoci al micio, comprensibilmente spaventato e aggressivo, con dolcezza e con un tono di voce pacato e rassicurante.
Qualsiasi movimento deve essere delicato, mai brusco e bisogna evitare tassativamente di prenderlo in braccio: oltre a causargli altro dolore, potremmo anche rompergli le ossa se non sappiamo come ‘maneggiarlo’. Meglio stenderlo su un supporto che funga da barella, magari coprendolo con una coperta.
Il gatto non dovrà essere né nutrito né idratato: questo rischierebbe solo di peggiorare le sue condizioni oppure di creare problemi ad una eventuale operazione chirurgica.
Se siamo in grado di riconoscere un trauma alla colonna vertebrale, facciamo in modo da immobilizzarlo e disporre il suo corpo su un supporto rigido che gli tenga ferma la schiena e in modo che dalla testa alle zampe risulti allineato.
Sia in caso di trauma cranico del gatto sia in caso di fratture esposte (ben visibili) è meglio non fare nulla e chiamare i soccorsi veterinari, magari provando solo ad immobilizzare la frattura.
Infine se notiamo che il povero gatto ha difficoltà a respirare, è necessario disporlo su di un lato e praticargli un massaggio: bisogna fare pressione sulle sue costole mentre è disteso in questa posizione.
Francesca Ciardiello
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