Il gattino sta crescendo ed è il momento di iniziarlo all’alimentazione dei grandi? I consigli più utili per lo svezzamento dei gattini.
Quando un gattino nasce siamo assaliti da mille preoccupazioni sulla sua salute e sulle cure da riservare a quel piccolo essere animale. Forse perché lo vediamo fragile e indifeso e totalmente dipendente da noi: quindi è assolutamente importante capire in che modo ‘staccarlo’ dalla mammella di mamma gatta e iniziarlo a quella che sarà, d’ora in avanti, la sua alimentazione. Ecco cosa non dovrà mai mancare e quali accorgimenti usare quando è arrivato il momento dello svezzamento dei gattini.
Difficile definire il momento giusto nella vita di un gatto perché a volte non basta affidarsi semplicemente ad un calcolo matematico. Solitamente lo svezzamento inizia intorno al quarantesimo giorno di vita dal parto ed è assolutamente graduale: sarebbe impensabile far abituare un piccolo micio, abituato al latte materno, a mangiare delle pappe preparate dal suo padrone. Come accade per i neonati, anche per i gattini il passaggio dal cibo liquido a quello solido deve essere graduale fino ad arrivare agli alimenti di maggiore consistenza.
Quindi diciamo che dalle 8 alle 10 settimane di vita possiamo iniziare a svezzare il micio, ma in realtà dovremmo vederlo ‘pronto’ ovvero più indipendente dalla figura materna. Quando il gattino avrà aperto gli occhi e sarà in grado di muoversi autonomamente, potremo svezzarlo. In realtà sarà lui stesso a farci capire che ormai è cresciuto e non dipende più totalmente dalla figura materna, merito anche del rafforzamento muscolare, del suo sistema immunitario di un equilibrio ormai acquisito nel camminare (Leggi qui: Il sistema immunitario del gattino: consigli pratici per migliorarlo).
Lo svezzamento non è un momento bensì un periodo che dura almeno fino ai suoi 3 mesi di vita. iniziare ad abituarlo ad un’alimentazione più consistente e meno liquida però non significa allontanarlo dalla mamma: facciamo attenzione, perché un allontanamento forzato potrebbe traumatizzarlo e avere ripercussioni sulla psiche quando sarà adulto. Motivo per il quale i cuccioli non dovrebbero mai essere adottati prima dei tre mesi di vita (Leggi qui: A che età prendere un gattino? Tutti i consigli per portarlo a casa ).
Quando abbiamo capito che è arrivato il momento di svezzare il cucciolo di gatto, dobbiamo procurarci tutto il necessario per far sì che il passaggio dal latte materno alle pappe non sia troppo traumatico. E’ anche necessario fare molta attenzione, poiché è proprio in questo periodo che si possono commettere gli errori maggiori, con ripercussioni anche serie sulla salute del micio. Facciamoci consigliare dal nostro veterinario di fiducia sulle quantità di cibo che possono sostituire una poppata e sull’intervallo tra un pasto e l’altro. Ecco tutto l’occorrente per uno svezzamento ‘indolore’.
In realtà l’errore più grave è quello di somministrare al gatto dei cibi che il suo intestino non riuscirebbe a digerire, provocandogli episodi di vomito e diarrea: un esempio su tutti è il latte di mucca. Il suo apparato digerente dovrà abituarsi a smaltire cibi più solidi.
Le prime poppate lontane dalla mamma dovranno essere effettuate col contagocce oppure addirittura lasciando che il gattino lecchi il latte direttamente dal nostro dito. Assolutamente sbagliato sarebbe costringerlo a bere fin da subito dalla ciotola, anche perché potrebbe soffocare in un contenitore così grande per le sue dimensioni.
Infine è importante non allontanarlo bruscamente dalla figura materna: per loro è sempre fonte di ispirazione, un esempio da imitare per usare la lettiera e anche per abituarsi alla ciotola. L’allontanamento dalla mamma deve essere graduale, ogni giorno un po’ di più.
Purtroppo capita che una mamma lasci prematuramente i suoi cuccioli ed essi si ritrovino orfani a fare tutto da soli. Sarà triste ma dobbiamo confidare nel loro forte spirito di adattamento alla situazione: troveranno il modo di abituarsi ai nuovi cibi, anche quando non potranno più attaccarsi alle sue mammelle. La situazione è la stessa se ci capita di trovare un gattino solo in strada che, il più delle volte, vaga da solo alla ricerca di aiuto.
Il problema dell’alimentazione non sarà l’unico da risolvere: infatti i gattini orfani dovranno anche fare i conti con la loro temperatura corporea: la mamma infatti provvede anche a riscaldarli semplicemente tenendoli accanto a sé. Procuriamoci una fonte di calore come una borsa di acqua calda oppure una coperta.
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F.C.
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