La sindrome di Manx nel gatto è una particolare anomalia genetica che colpisce soltanto alcune razze feline: scopriamo che cosa comporta.
Anche i nostri amici a quattro zampe possono essere affetti da malattie genetiche, ereditarie o meno. Alcune di esse sono strettamente correlate alla razza di appartenenza del gatto: è il caso della sindrome di Manx, a cui sono particolarmente predisposti, per l’appunto, i felini dell’omonima razza.
La sindrome di Manx è un’anomalia genetica che si sostanzia nell’assenza della coda nel gatto.
A tale patologia sono particolarmente soggetti i gatti di razza Manx (originari dell’isola di Man, dalla quale, appunto, ne deriva il nome). Basti pensare, infatti, che circa il 30% degli esemplari presentano l’anomalia: una percentuale decisamente alta.
Altra razza esposta al disturbo è il Cymric; fermo restando che l’anomalia genetica, indipendentemente dalla razza di appartenenza dell’esemplare che ne è colpito, è nota come sindrome di Manx.
Purtroppo non si tratta di un semplice difetto estetico: la mancanza della coda è indice di una spina dorsale troppo corta.
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La coda del gatto può essere considerata come l’estensione della spina dorsale; pertanto è fondamentale per assicurare al felino l’equilibrio, dote naturale in cui eccelle.
Una spina dorsale troppo corta, inoltre, può provocare disfunzioni intestinali: il gatto affetto dalla sindrome di Manx sarà soggetto ad incontinenza fecale e/o urinaria.
Anche l’aspettativa di vita è decisamente bassa: il gatto senza coda non supera, di norma, i 4 anni. Non di rado il felino muore improvvisamente.
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Purtroppo non esiste alcuna cura per la sindrome di Manx; d’altronde si tratta di una malattia genetica, che impone doverose riflessioni morali.
Vale la pena, per puro capriccio estetico, acquistare un gatto di razza Manx, alimentandone l’offerta sul mercato, quando sappiamo che ben il 30% degli esemplari avrà vita breve, afflitta da diversi disturbi patologici?
È pur vero che gli allevatori vendono soltanto gatti sani, osservando, nei primi quattro mesi di vita, l’eventuale manifestazione della patologia; ma ciò non toglie che un terzo degli esemplari nati andrà comunque incontro al disturbo.
Senza dimenticare che i gatti Manx sono particolarmente predisposti all’insorgenza di altre patologie, quali il megacolon, l’intertrigine e la distrofia corneale. È bene, pertanto, prima di procedere all’acquisto, porsi tale interrogativi.
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A. S.
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