Avete mai sentito parlare di questa pratica? Tutto quello che c’è da sapere sulla pratica del Reiki sul gatto e tutti i suoi benefici.
La pratica del Reiki è stata sperimentata anche sui nostri amici animali, perché si sono riscontrati effetti davvero positivi sulla loro salute. Ma non è così scontato che il felino accetti di sottoporsi a questa pratica, poiché l’ultima parola deve essere sempre la sua! Infatti non bisognerà obbligarli ad accettare questa pratica, ma fare in modo che si appassionino a questo trattamento, quasi di loro spontanea volontà, spinti dalla loro innata curiosità. Scopriamo qualche notizia in più sulla pratica del Reiki e in che modo aiuta il nostro micio a stare meglio.
Cosa conosciamo di questa pratica? Prima di capire i benefici sulla salute del gatto ma anche di altri animali domestici, è importante avere qualche notizia in più su questo trattamento. Ha origini giapponesi ed è utilizzato per trattare disturbi sia psicologici sia fisici. Quindi i suoi effetti benefici si riscontrano soprattutto su animali che vivono in situazioni stressanti e disagevoli, spesso causate dagli stessi umani con i quali vivono.
Questa pratica olistica ritrova le sue origini nella cultura giapponese, la cui parola è un composto di REI, ovvero spirituale, e KI cioè energia. La disciplina del Reiki sul gatto ha dato vita a studi che hanno formato dei veri e propri esperti del settore, che oltre a conoscere le tecniche sono anche interessati a capire i metodi migliori per approcciarsi agli animali. Si tratta di un sistema energetico di risanamento e riequilibrio naturale che infonde armonia fisica, mentale ed emozionale.
Dato che i nostri animali in casa sono spesso sottoposti a condizioni di forte stress, che possono creare anche problemi comportamentali e psicologici, con danni anche permanenti. Con l’aiuto di questa pratica le funzioni vitali del gatto si riattivano e lo avviano sulla strada di un sicuro miglioramento.
Il Reiki vede gli esseri viventi come fonti di energia pura: lo stesso universo è un insieme di tutte queste forze insieme. Insomma si tratta di energia che viene stimolata nel gatto, ma prima deve esserne incuriosito: infatti i gatti si avvicinano alle cose che attirano la loro attenzione. Una volta avvicinatisi potremo pensare di praticare la disciplina su di loro: alcuni devono scegliere il posto per sottoporsi al trattamento, altri preferiscono stare in grembo all’operatore, altri magari restano dove sono.
La pratica del Reiki non vuole sostituirsi alla medicina tradizionale, ma potrebbe essere ottima da affiancare ai trattamenti medici di uso più comune. Infatti il suo ruolo non è quello di sostituire, bensì di integrare e potenziare gli effetti delle terapie tradizionali, con enormi possibilità di guarigione e in tempi più brevi.
Se dunque il gatto ha deciso di ‘farsi toccare’ e avrà scelto il posto per sottoporsi al trattamento, allora l’operatore potrà porre una mano su di lui. Questo primo contatto sarà fondamentale per capire in che modo e se il micio accetta questo stimolazione e naturalmente le successive. Non è detto che un solo gatto alla volta possano sottoporsi al trattamento, ma anche più esemplari contemporaneamente. Le mani dovranno porsi insieme sui lati del corpo del gatto, oppure una sul petto e una sul dorso, oppure sulla testa e sul dorso.
Quando avremo capito che è ora di concludere il trattamento? Quando il gatto si sarà svegliato, oppure semplicemente allontanandosi dal luogo in cui ha preso vita la pratica. In realtà è anche capacità dell’operatore capire in che modo il gatto reagisce alla pratica e se è il caso di smettere o continuare, senza forzarlo in alcun modo. Se al micio è piaciuto il trattamento potrebbe ringraziare con una coccola, ad esempio una leccatina.
Il trattamento dovrebbe essere operato per circa 10-15 minuti ogni 3-4 ore, se la situazione in cui versa il gatto è particolarmente critica. Spesso infatti si sottopongono alla pratica i gatti nelle ultime ore di vita, proprio per dare loro un po’ di conforto nella sofferenza.
I nostri animali domestici più comuni hanno ormai esteso i loro confini ai ‘semplici’ esemplari di cani o gatti: purtroppo, e spesso per colpa nostra, tutti coloro che vivono con noi possono subire stress e nervosismo. Infatti i disturbi fisici e comportamentali spesso derivano da disequilibri a livello emozionale. Di certo il Reiki ha dato ottimi risultati a cani e gatti, ma anche altri animali sono stati sottoposti alla stessa pratica: perfino i pesci rossi (se vuoi sapere qualcosa in più sui pesci rossi, clicca qui) e quelli tropicali ne hanno goduto i benefici. Naturalmente l’operatore ha posto le sue mani sull’acquario e non direttamente sul loro corpo. Stesso discorso vale per gli uccellini nelle loro gabbie o voliere. Grazie al trattamento Reiki gli animali si calmano e ritrovano energia.
Trattandosi di una pratica assolutamente non invasiva, in molti si sono convinti a sottoporre ad essa i loro piccoli Pet. Essa riduce i dolori e aumenta le possibilità di guarigione, nonché i tempi: perfino negli animali che hanno subito un’operazione pare che il Reiki dia ottimi risultati. Purtroppo può servire anche nelle ultime ore di vita del piccolo amico che si sta avviando alla morte. Ciò che serve è uno spazio tranquillo e privo di rumori, e abbastanza spazioso per consentire all’animale di muoversi liberamente se volesse.
Per sottoporre gli animali alla pratica bisognerà instaurare con loro un rapporto di fiducia e di sintonia. Solitamente gli animali apprezzano questa pratica, anzi vi si sottopongono spontaneamente, spesso mostrando ila parte del corpo che duole e che vorrebbero essere sanata. Insomma lui stesso ci farà capire dove vuole che mettiamo le mani per guarire e provare sollievo.
Se si tratta di una ferita, solitamente è meglio non toccarla per non aumentare la sensazione di dolore, ma basterà avvicinare le mani alla parte staccate di un paio di centimetri. In caso contrario l’animale potrebbe associare il dolore alle nostre mani e perderebbe fiducia in noi, non facendosi più toccare.
Se il nostro amato felino presenta alcuni sintomi allora potremmo pensare di intervenire, oltre alla medicina tradizionale consigliata dal veterinario di fiducia, anche con una pratica di Reiki. Il gatto che ne ha bisogno presenta ferite o contusioni, se il gatto è stato avvelenato o soffre di attacchi di ansia o ha altri disturbi compulsivi tipici del gatto. Se il trattamento si concludesse con coccole e carezze, il gatto ne riceverà di sicuro grande beneficio. Infatti è anche un modo per farli sentire amati e al centro dell’attenzione.
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F.C.
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