Il gatto può soffrire di reflusso gastroesofageo, noto anche come malattia da reflusso acido, ma quali sono le cause, i sintomi e il trattamento di questa problematica.
Il vomito nel gatto e successivo reflusso, diversamente dal reflusso del cane, di solito lo si attribuisce a “palle di pelo di gatto” o “il suo modo di mangiare troppo veloce” lasciando pensare che si tratti di un normale comportamento felino.
Ma per alcuni gatti, il reflusso è la normale quotidianità. Il reflusso gastroesofageo o GERD si verifica quando c’è un flusso incontrollato di fluidi gastrici o intestinali nell’esofago. L’esofago è la parte del corpo che funge da tubo che collega la gola allo stomaco.
L’acido nei fluidi gastrointestinali, che comprende acido dello stomaco, pepsina, bile e altri componenti, oltre a provocare vomito, può danneggiare il rivestimento della mucosa esofagea e causare infiammazione, una condizione chiamata esofagite.
Il primo passo per determinare la causa del reflusso acido del tuo gatto, è determinare se sta vomitando o rigurgitando. Il rigurgito è un processo passivo ed è piuttosto raro nel gatto. Con il rigurgito del gatto, cibo o acqua verranno rimossi spontaneamente dallo stomaco, il cibo in questo caso non viene digerito e nella fuoriuscita non ci sarà bile (vomito del gatto macchiato di giallo).
Il gatto durante il rigurgito e subito dopo non va avvicinato poiché diventa aggressivo e può mordere, ma prima del rigurgito, non ti accorgerai nemmeno che non sta bene. La maggior parte delle cause di rigurgito nel gatto sono dovute a disturbi della motilità esofagea, che sono rari.
Nei gattini, ci sono rare anomalie congenite, come l’ernia iatale, che portano a rigurgito cronico e reflusso gastroesofageo dell’acido dello stomaco. Il rigurgito è una condizione rara anche nei gatti anziani.Infine un altro fattore di rischio è il vomito cronico o di lunga durata.
Il primo passo per il gatto che soffre di reflusso gastroesofageo, non è il test di laboratorio, ma un semplice cambio di dieta. In un gatto con vomito, i veterinari spesso iniziano con una sperimentazione di una dieta limitata a base di nuovi ingredienti (una dieta a singola fonte che combina una fibra proteica e di carboidrati che il gatto non ha mai mangiato prima, come il cervo e il pisello).
Una dieta studiata in laboratorio, per abbattere le proteine a un livello che il sistema immunitario del gatto non può riconoscere come antigene. Se non si osserva alcun miglioramento entro 1-2 mesi, l’allergia alimentare è considerata una causa meno probabile di vomito e in questo caso sarebbero necessarie ulteriori diagnosi.
Le radiografie semplici (radiografie) e uno studio sul bario (un fluido radiopaco che evidenzia il tratto gastrointestinale) possono aiutare a individuare anomalie congenite e corpi estranei nel gatto. L’ecografia è un eccellente strumento diagnostico per visualizzare il tratto gastrointestinale felino, il pancreas e i linfonodi, ma è più limitata nella sua capacità di fornire una diagnosi definitiva.
Campioni dell’esofago felino e del tratto gastrointestinale possono essere ottenuti solo mediante endoscopia e biopsia endoscopica o biopsia chirurgica. Entrambe le procedure richiedono che il gatto venga sottoposto a anestesia generale.
L’endoscopia, resta lo strumento più adeguato, poiché utilizza una telecamera che viene posizionata nella gola del gatto fino ad arrivare nell’esofago, quindi nello stomaco e poi nell’intestino. Vengono utilizzate pinze speciali, per prelevare ed ottenere campioni per poter procedere con la biopsia da inviare a un patologo e poter così diagnosticare definitivamente la causa del vomito.
Purtroppo sono poche le cliniche specializzate che offrono una biopsia endoscopica o laparoscopica, a causa del costo dell’attrezzatura. Le biopsie chirurgiche dello stomaco o dell’intestino del gatto, possono essere eseguite da un medico di medicina generale o da un chirurgo veterinario. Spesso l’intervento, avviene stesso nell’ambito di una chirurgia esplorativa diagnostica addominale.
Il veterinario però dovrà bilanciare il rischio di procedure più invasive (reazione all’anestesia generale, scarsa guarigione delle ferite e infezione) con i benefici delle informazioni che si potranno ottenere (campioni di biopsia per sviluppare un piano di trattamento specifico).
Fornire al veterinario la storia completa, oltre alle diagnosi specifiche sono gli strumenti migliori per identificare la causa del vomito o del rigurgito del tuo gatto per poter ridurre al minimo la quantità di trattamenti necessari ed aiutare il tuo amico felino. Il trattamento per qualsiasi gatto è sempre una sfida, come potrà confermare qualsiasi proprietario di gatto che abbia sofferto di reflusso.
Per il gatto che soffre di reflusso grave ed esofagite, IBD avanzato, linfoma o pancreatite, verrà sottoposto ad un tubo di alimentazione posizionato temporaneamente per fornire alimentazione e farmaci. Poiché questi gatti non avendo appetito, tendono a non nutrirsi spontaneamente.
Il gatto con esofagite trarranno beneficio dai protettori esofagei e dello stomaco, come il sucralfato, una compressa che si dissolve in acqua, somministrata per via orale e che coprirà le erosioni dell’esofago e dello stomaco del gatto. La famotidina viene utilizzata per ridurre l’acidità di stomaco nel gatto per favorire la guarigione di ulcere ed erosioni.
Infine risulterà fondamentale dare degli stimolanti dell’appetito, come ciproeptadina o mirtazapina, per incoraggiare il gatto a mangiare. Per il rigurgito cronico del gatto o il vomito, la metoclopramide vengono spesso prescritti per aiutare ad aumentare la motilità intestinale, combattere la nausea e chiudere lo sfintere esofageo inferiore, in modo tale da ridurre reflusso e vomito.
Raffaella Lauretta
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