Avete mai sentito parlare di piebaldismo nel gatto? Ecco sapere su questo particolare disturbo congenito che può colpire anche l’essere umano.
Il piebaldismo è un disturbo congenito della pigmentazione, che può colpire il pelo del gatto, il manto del cavallo, ma anche i capelli e la cute dell’essere umano. Quali sono le cause della malattia? Si tratta di una condizione pericolosa per la salute del felino? Rispondiamo a questa e altre domande.
I mici con piebaldismo presentano una pelliccia bicolore: questo particolare disturbo genetico, infatti, è responsabile della comparsa di chiazze più chiare, generalmente di colore bianco, in varie zone della pelliccia del felino.
Riconoscere un gatto con piebaldismo, quindi, è semplice: in questa categoria rientrano tutti i mici il cui mantello non è a tinta unita, ma si caratterizza per la presenza di diverse aree cromatiche.
Ad esempio, è il caso di un micio con le zampine di colore diverso, o con la punta della coda bianca.
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Quali sono le cause del piebaldismo? Questo fenomeno avviene in fase embrionale. La modifica di un particolare gene determina una distribuzione inusuale dei melanociti, ovvero le cellule responsabili della colorazioni di peli e cute.
Quando i melanociti non si distribuiscono in maniera uniforme su tutto il corpo, si presenteranno chiazze di colore più tenue su alcune zone del mantello dell’animale.
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Il piebaldismo è una condizione pericolosa per i nostri amici a quattro zampe?
La risposta è no: questa particolare mutazione non genera alcun disturbo per il micio, ma è semplicemente responsabile dell’incredibile varietà di colori e motivi che caratterizzano la pelliccia dei felini domestici.
Anche negli esseri umani il piebaldismo non risulta dannoso e si limita ad essere una condizione benigna. Tuttavia, ad esso possono associarsi anomalie neurologiche come atassia cerebellare, mancanza di coordinazione e sordità neurosensoriale.
Per questo, gli studiosi stanno esaminando l’origine e la distribuzione dei pattern bianchi sul manto di cavalli e gatti.
La loro ricerca sarà utile per contrastare rare malattie ereditarie negli esemplari della nostra specie, come Sindrome di Waardenburg e la malattia di Hirschsprung.
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