Il gatto ha il respiro affannoso una condizione determinata non per forza dalle alte temperature. Vediamo quali possono essere le principali cause.
Chi vive con un gatto sa di quanti rumori e gesti questo animali sia in grado di fare. Osservare un gatto durante tutta la giornata è davvero affascinante, è capace di compiere diversi movimenti e anche diversi suoni con la bocca di cui non conoscevamo neanche l’esistenza.
Ma quando ci troviamo di fronte ad un respiro affannoso è giusto preoccuparci? In effetti potrebbe trattarsi di un semplice episodio passeggero o del sintomo di un disturbo più serio e non collegato solo all’apparato respiratorio.
Come abbiamo precedentemente anticipato i motivi per cui il gatto ha il respiro affannoso possono essere tanti, la cosa importante è proprio individuare quale fra i tanti genera questa condizione nell’animale.
Se il gatto mostra affanno, in situazioni come esempio un esercizio fisico intenso, una corsa sfrenata, un forte spavento, un viaggio, il caldo eccessivo: in questi casi l’affanno del gatto sarà temporaneo, quindi la respirazione tornerà normale. Ragion per cui una volta interrotta la causa scatenante, non ci sarà più da preoccuparsi. Vediamo invece quali le cause per cui il gatto ha il respiro affannoso e bisogna intervenire.
È risaputo ormai quanto il gatto sia un animale estremamente pulito, capace di trascorrere intere giornate a dedicarsi alla cura del suo corpo. Hanno a loro vantaggio anche la lingua, strutturata come un vero e proprio panno per rimuovere i peli vecchi dal proprio corpo.
Infatti è ricoperta da ruvide protuberanze che facilitano la pulizia e la rimozione del pelo. Purtroppo però queste piccole protuberanze non sono fatte per eliminare il pelo verso l’esterno (il gatto non sputa) ed è quindi obbligato ad ingoiare i peli appena rimossi.
Quando questo pelo si accumula all’interno dello stomaco, il gatto è costretto a vomitarlo o a farlo nei bisogni, tirando fuori propria una palla di pelo, ma quando l’animale non riesce a fare ciò si vanno a determinare dei tappi che generano stipsi nell’intestino del gatto.
Ragion per cui se il gatto non dovesse effettuare i propri bisogni per due giorni, bisognerà ricorre alla visita dal veterinario, in quanto oltre a generare questa condizione di respiro affannoso, causa anche un vero e proprio blocco intestinale.
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I gatti brachicefali, o gatti con il muso schiacciato, hanno bisogno di particolari attenzioni. Sono animali con il muso e la testa corti, in essi si verifica infatti un accrescimento osseo della testa in larghezza, ma non in lunghezza. Questa condizione provoca una serie di alterazioni che ostacolano il passaggio dell’aria durante la respirazione e di conseguenza danno segni clinici.
Questi gatti faticano molto a respirare, in particolare quando fa molto caldo, e vanno immediatamente in affanno dopo aver fatto un piccolo sforzo, come ad esempio una corsa o le scale. Occorre fare molta attenzione ai gatti brachicefali non bisogna essere superficiali nel considerare il respiro rumoroso, l’affaticamento e il russare come sintomi tipici della razza.
La difficoltà respiratoria di questi animali tenderà a peggiorare anno dopo anno. Molto facilmente si passerà e anche molto velocemente da uno stato di difficoltà respiratoria subclinica a gravissimi episodi di dispnea.
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Il raffreddore per il gatto è una condizione clinica abbastanza comune, che può nascere da situazioni di caldo freddo, abbassamento delle temperature, aumento dell’umidità in particolar modo nei mesi autunnali e invernali. Avvenimenti che possono indebolire il sistema immunitario e quindi rendere più probabile l’insorgenza di malanni da raffreddamento.
Il raffreddore nel gatto non è dovuto a un Rhinovirus, come nell’uomo, ma è causata da Herpesvirus (più esattamente si parla di rinotracheite) e Calicivirus (calicivirosi). Ragion per cui una buona notizia, quella che non possiamo passare il nostro malanno al gatto.
Quando il gatto manifesta i sintomi tipici del raffreddore è opportuno recarsi dal proprio veterinario di fiducia al quale sarà sufficiente un esame fisico per effettuare la diagnosi ed eliminare la causa primaria per il cui il gatto ha il respiro affannoso.
Per quanto riguarda invece la coriza, si tratta di una malattia virale molto contagiosa, è la combinazione di tre virus diversi e proprio questa associazione di virus che rende questa malattia così feroce e difficile da combattere. Gli effetti sono differenti, ma colpiscono tutti e tre il sistema respiratorio del gatto.
Fra i sintomi osservati oltre al respiro affannoso abbiamo: febbre, perdita di appetito, affaticamento, goccia dal naso, irritazione agli occhi e alito cattivo. I veterinari consigliano vivamente il vaccino contro questa malattia che può protrarsi per tutta la vita del gatto. Consultarsi con il proprio veterinario per agire nel modo migliore.
Anche la rinotracheite nel gatto, come la coriza è una malattia virale molto contagiosa e purtroppo anche molto comune nei gatti, in particolare i cuccioli. È provocata da herpesvirus, calicivirus o da entrambi, e colpisce le vie respiratorie alte. La rinotracheite è una malattia grave e anche se curabile, in alcuni casi può provocare addirittura la morte.
Tra i sintomi individuati oltre a provocare tosse, starnuti e difficoltà ad ingerire acqua o alimenti, crea al gatto un respiro affannoso. A seconda della gravità della situazione è possibile intervenire con una determinata cura.
Generalmente si tratta di reidratare il gatto, invogliarlo a mangiare e somministrargli antibiotici. Ricordiamo che è molto importante ai fini della guarigione che il gatto porti a termine la cura, senza interromperla anche se si vedono enormi risultati.
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Il respiro affannoso e rumoroso nel gatto può essere causato dall’accumulo di liquido nei polmoni perché il sangue non viene pompato correttamente dal cuore. Esistono diverse cause che possono portare all’insufficienza cardiaca nei gatti, ed è per questo che al minimo segno vi consigliamo di portare il vostro gatto da un veterinario.
La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia mortale di cui soffrono gatti e gattini, causata da un virus comune chiamato coronavirus felino. I gatti affetti da FIP possono soffrire di: accumulo di liquido nel torace o nell’addome (FIP umida) o di noduli (granulomi) nei loro organi interni (FIP secca).
Proprio la causa un eccesso di liquidi nell’addome, nel pericardio e nella pleura, che a sua volta provoca problemi respiratori oltre a stanchezza e depressione. Un medico veterinario eseguirà questo test per poter formulare una diagnosi per un gatto malato. Per quanto riguarda il vaccino, esiste ma sono aperte diverse discussioni sulla funzionalità.
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Tra le cause del respiro affannoso del gatto sicuramente emergono le allergie e l’asma. L’inalazione, infatti di polline, fumo o delle sostanze chimiche particolari, danno luogo ad allergie che determina congestione nasale unita a respiro affannoso, prurito, eruzioni cutanee, gonfiore degli arti e perdita di pelo.
Individuati gli allergeni responsabili della reazione, basterò intervenire con antistaminici o steroidi. L’asma invece provoca un respiro rumoroso e affannoso generato per eliminare i muchi in eccesso. Essa è causata dalla presenza di una sostanza irritante nell’ambiente circostante. Il veterinario consiglia l’utilizzo di un inalatore per aiutare la respirazione del gatto.
La filariosi cardiopolmonare è una malattia causata da un parassita filiforme che si insedia nel cuore e nelle arterie polmonari del gatto. È diffusa soprattutto al Nord, in particolare in tutta la Pianura Padana, nelle zone attorno al Po e nelle zone lacustri.
Purtroppo sono in costante aumento i casi di malattia anche in altre aree geografiche: in tutta la Toscana, nelle zone pianeggianti e costiere della Sardegna e in alcune aree della Sicilia e della Campania. Molto spesso viene confusa con asma o bronchite ma è molto più pericolosa.
I sintomi riscontrati oltre al respiro affannoso sono: tosse, vomito cronico intermittente, calo di peso e affaticabilità, che possono portare a volte anche alla morte improvvisa dell’animale. davanti a queste condizioni rivolgersi immediatamente al veterinario.
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Raffaella Lauretta
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