Pemfigo foliaceo nel gatto, una patologia molto diffusa in questo animale. Vediamo di capire le cause scatenanti, i vari sintomi e qual è la terapia prevista.
La salute del proprio felino è ciò che più sta a cuore al suo proprietario, anche perché il compagno domestico è delicato e bisognoso di cure costanti. Non sempre si riesce a proteggerlo da possibili disturbi e malattie comuni, come il pemfigo foliaceo nel gatto, una condizione molto diffusa. Vediamo, insieme, come affrontarla nel modo corretto.
Pemfigo foliaceo nel gatto: cause e sintomi tipici
Si tratta di una malattia molto diffusa nella specie e che è di natura immunitaria. Vediamo, nello specifico, da cosa viene causata questa condizione e qual è la sua sintomatologia.
Come tutti i compagni domestici, anche il felino ha una salute delicata che deve essere protetta il più possibile da tanti rischi.
Dall’alimentazione allo stile di vita, ai rischi nel mondo esterno a contatto con l’ambiente ed altri animali, il micio può essere colpito da vari problemi o disturbi.
Parlando di malattie più comuni, ce n’è una molto diffusa in lui ed è il pemfigo foliaceo. Consiste in una patologia cutanea autoimmune, che produce autoanticorpi tra le cellule epiteliali.
Questa malattia può colpire qualsiasi esemplare, maschio o femmina, e di qualunque razza. Può insorgere in qualsiasi età nel felino, a differenza dei cani (verso i 4 anni di vita).
Gli anticorpi che vengono prodotti nel peloso provocano un distacco tra le cellule dell’epidermide, ovvero acantolisi, ed una conseguente formazione di neutrofili, leucociti e cheratinociti.
Il pemfigo foliaceo nel gatto può dare origine a lesioni localizzate in alcuni punti importanti del corpo, cioè la testa, capezzoli, cuscinetti plantari e genitali, più raramente su mucose.
Possono manifestarsi dei sintomi tipici nel micio, che sono:
- Forte prurito generale;
- Il gatto è depresso;
- Edema;
- Febbre;
- Linfoadenopatia;
- Alopecia felina;
- Zoppia;
- Ipercheratosi nel gatto;
- Pustole follicolari (croste giallo-brune) o non follicolari.
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Il felino e la patologia: diagnosi e terapia
Per quanto i sintomi possano far pensare a malattie più lievi, è sempre importante rivolgersi al proprio veterinario e sottoporre il felino ad esami specifici per avere una diagnosi corretta. Leggiamo di quali si tratta e qual è la terapia prevista.
Nel caso si notino vari sintomi presenti nel proprio micio domestico, in particolare prurito intenso e febbre alta, si raccomanda di recarsi subito dal suo medico di fiducia.
La diagnosi prevede una biopsia e l’esame istologico. Inoltre, il veterinario richiederà la coltura micotica, l’esame citologico delle lesioni, test virali e raschiati.
Il gatto verrà sottoposto a questi esami per escludere alcune malattie, ovvero le allergie, la micosi, la rogna notoedrica nel gatto, malattie cutanee virali.
Una corretta diagnosi è lo strumento indispensabile per capire la natura del suo male e sapere che è questa la malattia presente.
Una malattia da cui non si può guarire
Considerando che parliamo di una patologia autoimmune, il pemfigo foliaceo nel gatto è anche immunosoppressivo e, dunque, da questo non si può guarire, dura tutta la vita.
Nonostante ciò, si dovranno tenere sotto controllo i sintomi tramite il farmaco, ovvero i cortisonici.
Ma esistono anche altri farmaci, cioè ciclosporina e clorambucile, i quali possono provocare degli effetti collaterali nell’animale.
In caso di sovrinfezione batterica, invece, è previsto l’uso di antibiotici. Non sempre è possibile guarire micio da una malattia, ma si può fare di tutto quanto in nostro potere per farlo andare avanti in modo dignitoso.