La palatoschisi nel gatto è una patologia congenita che può colpire la cavità orale del nostro pelosetto. Scopriamo insieme quali sono i rimedi.
Sono molte le malattie che accomunano l’essere umano ai suoi amici animali. Tra di esse, anche la peculiare palatoschisi, che per l’appunto può colpire anche il gatto. Normalmente si tratta di una malformazione genetica, anche se non sono escluse possibili cause di origine traumatica. Scopriamo quali sono gli effetti della malattia e quali i possibili rimedi.
La palatoschisi nel gatto è una condizione patologica che colpisce la cavità orale, paventandosi come malformazione dell’organo.
Normalmente si presenta come condizione genetica, ereditata dai genitori.
Alcune razze sono particolarmente predisposte, come ad esempio il siamese. La palatoschisi è spesso accomunata ad un’altra malformazione tipica della bocca, ovvero il labbro leporino; tuttavia la prima si circoscrive al palato duro o molle (o ad entrambi), la seconda patologia, per l’appunto, al labbro superiore.
Per quanto la patologia abbia normalmente origine genetica, non sono escluse ulteriori causa, quale un evento traumatico, un’origine virale (che colpisca la madre durante la gravidanza) o a scompensi alimentari.
Il disturbo può comportare gravi conseguenze, perfino fatali per il gattino; non si limita dunque ad un semplice danno di forma esteriore. Infatti la palatoschisi può portare anche alla morte nei casi più gravi.
In particolare la patologia dà luogo a comprovate difficoltà nell’atto di suzione del latte da parte dei gattini, essendo impossibilitati all’ingerimento. Un ulteriore pericolo è l’insorgenza di infezioni respiratorie, che nei primi mesi di vita possono avere esito infausto.
Nei casi meno gravi, sarà possibile provvedere artificialmente al sostentamento del gattino.
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Poiché la palatoschisi nel gatto si manifesta fin da subito, e dato l’ampio tasso di mortalità ad essa correlata, richiede una diagnosi ed un intervento tempestivo.
Pertanto, se vi accorgete di una malformazione al palato del gattino, recatevi immediatamente dal vostro veterinario di fiducia; similmente nell’ipotesi in cui, pur non avendo visionato la bocca del cucciolo, vi accorgiate dell’impossibilità di bere il latte.
Il professionista procederà alla diagnosi già dalla prima visita al gattino; a seconda della gravità della malattia cambierà l’approccio terapeutico.
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Tuttavia l’unica terapia davvero risolutiva è quella di tipo chirurgico. Ovviamente il gattino colpito non potrà essere sottoposto immediatamente all’operazione; occorrerà attendere almeno due mesi, durante i quali sarà necessario allattare il gattino mediante una sonda (e così fino ai primi giorni successivi all’intervento).
Molto importante la prevenzione di tale patologia altamente mortale per i cuccioli. La principale forma è quella di evitare l’accoppiamento e la riproduzione dei soggetti portatori dell’handicap.
Va prestata inoltre particolare attenzione alla cura dell’alimentazione della gatta incinta, sia per evitare l’insorgenza di infezioni, sia per scongiurare il rischio di scompensi alimentari.
A. S.
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