Le principali cause delle ossa rotte nel gatto. Impariamo a riconoscere comportamenti, cause, sintomi e come curare questa problematica nel nostro felino.
Il gatto deve poter contare su ossa e articolazioni sane, in quanto animale sempre in movimento e con indole da predatore. Un gatto sano si muove armonicamente, in modo sinuoso, grazie a una perfetta collaborazione tra articolazioni, muscoli e stimolazioni nervose.
E proprio data questa sua dinamicità, la scarsa mobilità è segnale di qualche problema alle ossa o articolazioni. Il gatto potrebbe avere difficoltà a saltare o ad accovacciarsi sulla sua cassetta igienica, mostrare un’andatura più rigida, o addirittura il gatto può zoppicare.
Anche se i gatti tollerano molto bene il dolore, potresti notare che il tuo animale ha un’espressione tesa o addirittura sentirlo miagolare per il dolore. In questo articolo tratteremo le cause delle ossa rotte nel gatto.
Il gatto è risaputo è un animale molto riservato e tenderà a nascondere eventuali sintomi di dolore e laddove dovessero essere evidenti, andremo a riscontrarne i seguenti:
La frattura delle ossa nel gatto, generalmente sono causate da un trauma come: una caduta o essere investito da un’auto. Anche gli infortuni sono tra le cause più comuni di questi problemi, ad esempio in seguito a un salto da un’altezza elevata.
La diagnosi verrà stabilita tramite una valutazione sia fisica sia diagnostica dell’area in questione. Si procederà ad esami clinici complete e valutazioni di radiografie locali fino ad un eventuale risonanza magnetica, effettuata sotto sedazione dell’animale.
L’età del gatto, la carenza di estrogeni, l’apporto insufficiente di vitamina D o di calcio e alcune patologie possono diminuire la quantità dei componenti che mantengono la densità e la forza delle ossa, generando così malattie come osteoporosi.
L’osteoporosi nel gatto è causa di assottigliamento delle ossa, per cui risultano più fragili e facili a rompersi anche nel caso di urti di non così forte entità. Se un gatto è solito correre per casa saltando da un mobile all’altro, un improvviso immobilismo potrebbe suggerire la presenza di un problema.
Non solo, l’animale potrebbe risultare scostante, irritabile e scontroso. Spesso la soluzione più rapida contempla la presenza di una terapia di tipo farmacologico, utile a ridurre il dolore e l’infiammazione.
Sono utili anche alcuni integratori come carnitina, arginino, taurina, potassio, chitosano, fibre, glucosamina. E una dieta accurata potrebbe giocare a favore del gatto di casa, contemplando cibi ricchi di acidi grassi come Omega3 e Omega6 utili contro il dolore.
Un’infiammazione e infezione dell’osso nella sua interezza, quindi incluso periostio, osso e cavità midollare, chiamata osteomielite, può provocare fra l’altro anche una rottura delle ossa. L’osteomielite è di solito associata da infezioni batteriche da Staphylococcus, Streptococcus, Pseudomonas, Escherichia coli, Proteus, Pasteurella e Brucella canis.
Per poter procedere con una adeguata diagnosi è prevista una visita, esami del sangue, radiografie ed eventuale esame citologico e batteriologico, quest’ultimo fondamentale per utilizzare la terapia antibiotica più indicata. Una volta stabilita la diagnosi il veterinario procederà con il trattamento che può essere sia medico sia chirurgico.
La terapia medica prevede la somministrazione di antibiotici per lunghi periodi di tempo. Mentre la terapia chirurgica prevede il drenaggio delle ferite, il courettage, la rimozione di eventuali chiodi e placche, l’innesto di osseo spugnoso e nei casi gravi anche l’amputazione.
Il tumore più comune delle ossa nei gatti è l’osteosarcoma del radio, omero, femore o tibia. I segnali evidenti più comuni sono zoppia, gonfiore delle ossa, e fratture delle ossa che non sono causati da traumi. La radiografia dell’arto interessato può contribuire a confermare la diagnosi.
I trattamenti applicati sono l’amputazione degli arti e la chemioterapia. Generalmente il gatto dopo l’amputazione ha un’aspettativa di vita di circa 4 anni. La prognosi è soggettiva, dipende dai batteri coinvolti, dalla durata l’infezione e dallo stato di salute generale del gatto.
Per poter stabilire una diagnosi corretta il veterinario, non potrà limitarsi alla storia completa delle malattie del gatto e nemmeno solo ad una valutazione puramente fisica dell’animale.
Bisognerà dunque procedere con una valutazione più approfondita tramite esami diagnostici più complessi e precisi, fra cui: esame del sangue completo, per poter valutare altre patologie, radiografie localizzate delle aree sospette ed eventualmente la risonanza magnetica.
Una volta presa coscienza della diagnosi, il veterinario stabilirà il trattamento con cui procedere, ma questo non potrà essere unico, bensì dovrà essere soggettivo e tenendo presente dell’età, lo stato di salute in generale, le ossa rotte e il tipo di frattura che si è verificata.
Spesso sarà necessario un intervento chirurgico per riallineare le ossa e posizionare viti, perni (aste metalliche), filo e / o piastre metalliche per tenere insieme i pezzi. Per altre fratture invece, specialmente se è coinvolta la coda, facile che ne venga richiesta l’amputazione.
Le fratture della colonna vertebrale e del bacino saranno trattate con attività fortemente restrittive (riposo in gabbia), con o senza chirurgia. Tutto questo sempre coadiuvato dall’utilizzo di antibiotici e antidolorifici.
Successivamente il periodo di convalescenze dell’animale, sicuramente ci sarà bisogno dell’utilizzo del collare elisabettiano per evitare che il gatto possa leccare o mordere l’area interessa o addirittura rompere il bendaggio. Sarà sicuramente complicato evitare al gatto di muoversi e saltare, ma sarà comunque importante cercare di impedire che ciò accada.
Fortunatamente le ossa rotte del gatto, di solito impiegano dalle 4 alle 6 settimane per guarire. Le radiografie di follow-up vengono normalmente eseguite per monitorare la guarigione. Purtroppo è impossibile prevenire la rottura delle ossa del gatto, in quanto se è libero di uscire all’esterno o di frequentare aree pericolose sarà solo possibile limitare queste aree di pericolo.
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Raffaella Lauretta
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