Hai notato all’improvviso che il tuo gatto ha il muso gonfio? Le cause potrebbero essere diverse: meglio scoprirle senza perdere tempo.
Abbiamo notato che il gatto ha il muso gonfio e non sappiamo quale possa essere il motivo? In fondo poco prima stava bene e non avevamo notato nulla del genere. La causa potrebbe essere legata ad una reazione improvvisa della pelle oppure covare una sintomatologia più complessa. Vediamo quando è il caso di allarmarsi e di correre ai ripari, e soprattutto quando è una condizione che mette a rischio la stessa vita del nostro amato gatto che ha il muso gonfio.
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Quando vediamo il gatto con un muso diverso dal solito, più grande e gonfio, dobbiamo valutare anche il suo aspetto nel complesso. Infatti il muso gonfio può anche essere uno solo dei sintomi, di certo tra i più evidenti, che segnalano qualcosa che non va nel suo organismo (Leggi qui: Come capire se il gatto sta male: 8 segnali da non sottovalutare). Oppure può essere solo un gonfiore localizzato solo nel muso o ancora solo nella parte superiore del labbro. Vediamo quali possono essere le cause e come intervenire in modo efficace.
Non si tratta solo di un problema dentale: qualsiasi ferita o taglio può portare infezioni ed ascessi (Leggi qui: Ascesso nel gatto: i sintomi e come curarlo). E quando il posto interessato è il muso può essere un ascesso non solo fastidioso ma anche piuttosto doloroso per il micio. Noteremo infatti che ha difficoltà a deglutire e che magari non si avvicinerà neppure al cibo (Approfondisce qui: Cose da fare se il gatto non mangia più: come fargli tornare l’appetito). Di solito quelli più soggetti sono i gatti che vivono sia fuori che dentro casa: il contatto costante con altri gatti o animali, con oggetti e piante che possano avergli provocato questa ferita che si è infettata.
L’ascesso sul muso può essere: dentale (quando ad infettarsi è un dente), sulla guancia (che potrebbe anche perforarsi se l’ascesso è importante) oppure su muso e orecchie (che provoca anche la perdita del pelo).
Se si tratta di ascessi relativamente lievi e poco evidenti potranno bastare anche delle cure naturali: la calendula in questi casi è un valido alleato. Questa sciolta in acqua calda e posta sul muso con degli impacchi, dovrebbe aiutare a lenire il gonfiore e dare un po’ di sollievo al micio. In ogni caso non si deve mai toccare l’ascesso con le mani e tentare di far uscire il pus: solo il veterinario saprà prendere tutte le dovute precauzioni per questo tipo di operazione. L’esperto potrebbe prescrivere una cura a base di antibiotici che, se somministrati regolarmente, dovrebbero risolvere il problema nell’arco di una settimana o poco più.
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Nelle belle giornate primaverili ed estive è molto probabile che il micio sia spinto dall’irrefrenabile desiderio di andare a giocare all’aria aperta (Leggi qui: Per un’estate serena: conosciamo i principali pericoli estivi per il gatto). Nel corso delle sue attività di caccia di piccoli e grandi insetti, anche volanti, il felino potrebbe ‘avere la peggio’. In pratica api, calabroni e vespe potrebbero pungerlo con il loro pungiglione (Leggi qui: Punture di insetti nel gatto: come comportarsi e quali rischi ci sono). Non è solo il dolore della puntura a preoccuparci, ma soprattutto il veleno che questi insetti possono avergli iniettato. Gli effetti possono essere due: tossico e allergizzante. Nel primo caso le punture velenose provocano gonfiore, arrossamento e sono piuttosto dolorose (Leggi qui: I sintomi di avvelenamento nel gatto: come comportarsi); nel secondo invece si tratta di una reazione allergica da una banale orticaria allo shock anafilattico.
Sebbene sia consigliabile correre immediatamente dal veterinario, in attesa di raggiungerlo, il padrone può sicuramente stare accanto al micio e fargli sentire la sua presenza. Nel caso in cui il padrone avesse più dimestichezza con problemi di questo genere, potrà tentare di togliere il pungiglione dal muso del gatto, servendosi di una pinzetta sterilizzata. Dopo aver disinfettato la parte e rimosso il pungiglione, può applicare una borsa di ghiaccio sulla parte e una pomata a base di cortisone.
Spesso si associa alla dermatite atopica nel gatto, poiché si tratta di una reazione allergica dovuta ad un morso di pulce o parassiti. Il granuloma di questo tipo colpisce soprattutto mento e labbro: lo si nota subito perché quella zona perde il pelo. Il rimedio migliore è il cortisone: sarà l’esperto ad indicare la pomata o sotto quale altra forma assumerlo.
Francesca Ciardiello
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