La morte improvvisa del proprio gatto è un evento doloroso e spesso traumatico, che purtroppo può verificarsi anche in esemplari giovani: ecco le cause più frequenti.
Affrontare la morte improvvisa e del tutto imprevista del proprio gatto è molto difficile, soprattutto se il micio è giovane e apparentemente in perfetta salute.
Chi subisce questa grave perdita si ritrova spesso a fare i conti con il rimorso e viene assalito da mille dubbi su cosa avrebbe potuto fare per salvare la vita al suo adorato micio, anche se in realtà è molto difficile provare a interpretare i segnali di morte improvvisa del gatto se non quando ormai è, purtroppo, troppo tardi.
Tuttavia, provare a identificare le cause più comuni di questi decessi inaspettati può essere di aiuto per provare a prevenirne almeno qualcuna: attenzione, però, perché il gatto è bravissimo a nascondere i suoi segnali di malessere e individuare questi sintomi spesso impercettibili può essere davvero dura. Se notate un qualsiasi cambiamento nel vostro gatto, anche impercettibile, portatelo subito dal veterinario: potrebbe salvargli la vita.
Di solito i gatti hanno un’aspettativa di vita piuttosto lunga, con una media che supera tranquillamente i 15 anni di età. Ci sono delle leggere differenze tra la vita media di un gatto di casa rispetto a quella di un gatto di strada: quest’ultimo è maggiormente esposto a pericoli di vario genere e spesso paga lo scotto di finire sotto una macchina.
Tra le cause principali di morte in un gatto di qualsiasi età, oltre agli incidenti stradali, ci sono anche le principali malattie cardiache feline o il grande problema dell’avvelenamento dei gatti. I gatti anziani, invece, tendono ad ammalarsi e morire per patologie non diagnosticate come quelle del tratto urinario, oppure insufficienza renale felina.
Ma cosa accade al gatto che muore in maniera totalmente inaspettata? La morte improvvisa di un gatto può dipendere da una serie di cause differenti, alcune particolarmente frequenti in questo tipo di episodi. Vediamo quali sono le possibilità più comuni.
I traumi possono essere di vario genere: i già citati incidenti stradali, le ferite accidentali, le cadute o gli attacchi da parte di altri animali sono alcune tra le cause più frequenti e probabili per un gatto che vive in strada o è abituato ad uscire da solo.
Capita molto più spesso di quanto si possa pensare: i gatti soffrono di malattie cardiache, a volte congenite, che spesso non danno sintomatologia evidente e restano quindi non diagnosticate. In alcuni casi è possibile che il gatto presenti difficoltà respiratorie, in altri invece il gatto lamenta forti dolori alle zampe posteriori con difficoltà di movimento.
Ci sono alcune malattie che si manifestano in età adulta, probabilmente quando il gatto è ormai vicino alla vecchiaia a causa dell’inevitabile usura delle strutture cardiache. Un esempio molto comune è la cardiomiopatia ipertrofica.
Ci sono poi altre cardiopatie di natura congenita, presenti nel gatto già dalla nascita, come le malformazioni della valvola cardiaca o il soffio al cuore nel gatto.
Di solito i sintomi di malattie cardiache nei felini domestici sono lievi e variegati, e possono includere ad esempio: debolezza e rifiuto dell’attività fisica, respirazione affannosa durante il sonno, svenimenti o collassi, tosse cronica.
L’infarto o attacco cardiaco nel gatto è causato da un’ostruzione del flusso sanguigno che provoca il mancato afflusso al miocardio, il quale lentamente e inesorabilmente muore smettendo di funzionare. L’eventualità di un attacco cardiaco nel gatto è piuttosto rara, tuttavia è tra le possibili cause che possono portare alla morte improvvisa dell’animale, che molte volte avviene durante il sonno.
La filariosi è una delle patologie che può portare il gatto a un decesso tanto improvviso quanto inaspettato: questa malattia di origine parassitaria viene trasmessa da una zanzara infetta che inocula le larve nel sangue dell’animale, le quali maturano nell’arco delle settimane successive e possono insinuarsi nel cuore del gatto uccidendo l’animale anche dopo anni dalla puntura originaria.
Tra i sintomi di contagio più evidenti ci sono inappetenza nel gatto con relativa perdita di peso, difficoltà respiratorie, tosse e vomito. Raramente, la filariosi comporta anche difficoltà a camminare, convulsioni e svenimenti: purtroppo, l’epilogo finale è solitamente il decesso dell’animale.
L’insufficienza renale è molto comune nei gatti: questa patologia cronica impedisce all’organismo di depurarsi perché i reni smettono progressivamente di funzionare, per cui le tossine si accumulano nel sangue avvelenando gradualmente l’animale colpito.
I segnali che devono destare preoccupazione sono la perdita di peso, la letargia, l’inappetenza e episodi più o meno frequenti di vomito nel gatto. Alcuni gatti tenderanno a bere di più e potrebbe presentarsi una condizione di incontinenza felina.
Anche l’ostruzione urinaria può portare alla morte improvvisa del gatto: il blocco nel tratto urinario è molto comune soprattutto negli esemplari maschi e si riconosce dal dolore che l’animale lamenta al momento della minzione. Il blocco urinario va trattato immediatamente, questa emergenza veterinaria è infatti considerata tra le più pericolose per la vita dei felini domestici e, se non trattata in tempo, può portare il gatto alla morte improvvisa entro un lasso di tempo di circa 72 ore.
L’esposizione o l’ingestione a farmaci e tossine può essere letale per il gatto e rappresenta una causa di decesso molto frequente tra gli animali che vivono in strada: ciò non significa che non possa verificarsi anche nei gatti che vivono in appartamento, a causa di incidenti, disattenzioni o errori di un padrone disinformato.
Il gatto è predisposto a questo tipo di problematica anche a causa della sua tendenza a leccare il pelo per le normali routine di pulizia quotidiana: questa abitudine può veicolare le tossine dall’esterno all’interno dell’organismo e causare una reazione con epilogo fatale.
Tra i veleni che il gatto può trovare anche a casa ricordiamo ad esempio il paracetamolo: l’aspirina è un farmaco pericoloso per i gatti e non va assolutamente somministrata per nessun motivo. Altre tossine che uccidono frequentemente i gatti sono le piante tossiche per il micio, insetticidi, veleno per topi e detersivi o prodotti deodoranti e detergenti per la casa.
Se il gatto viene colpito da un ictus è altamente probabile che muoia di una morte rapida, improvvisa e inaspettata: l’ictus, infatti, impedisce l’afflusso del sangue al cervello e da lì i suoi effetti si diffondono ben presto nell’intero organismo.
Di solito l’ictus si presenta in gatti più anziani, dai 9 anni di età in poi, e tra le sue cause principali ci sono ad esempio il diabete felino, il tumore al cervello, le malattie del fegato, patologie respiratorie, ipertiroidismo, pressione alta, malattie cardiache ma anche traumi, infezioni e alcuni tipi di parassiti.
La sepsi rappresenta una gravissima infezione nel corpo del gatto che lo condanna a morte certa a causa dell’insorgere di complicanze come insufficienza multiorgano e difficoltà respiratorie acute. L’aggravarsi dell’infezione provoca lo shock settico, pericolosissimo per i gatti e solitamente mortale nell’immediato.
Di solito questa condizione si verifica in esemplari ammalati di cancro all’intestino o con un’ostruzione intestinale, dovuta probabilmente all’ingestione di corpi estranei da parte del gatto. Anche la peritonite, la polmonite, le infezioni del tratto urinario e le conseguenze di una malattia ai denti possono uccidere il gatto in maniera improvvisa.
La pericolosità e conseguente mortalità della sepsi deriva soprattutto dal fatto che i suoi sintomi compaiono quando ormai è troppo tardi per intervenire: alcuni gatti diventano inappetenti, sbavano eccessivamente, presentano disidratazione, vomito e diarrea ma anche febbre e aumento della frequenza respiratoria.
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C.B.
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