Cos’è il Morbo di Cushing nel gatto e quali sintomi presenta? Ecco come si può scatenare questa malattia e come curarla in modo efficace.
Il nostro micio appare strano negli ultimi giorni? Prima di pensare che sia subito qualche patologia mortale, valutiamo tutti i segnali che può inviarci il nostro gatto. Quello di Cushing è un morbo che colpisce sia cani sia gatti: in questo, come in tanti altri casi, il tempismo è fondamentale. Per questo è importante che un padrone sia sempre attento ad interpretare i sintomi e i cambiamenti del suo amico a quattro zampe. Sebbene si dica che i gatti godano di ottima salute, in realtà anche loro possono ammalarsi purtroppo. Vediamo da vicino cos’è questa patologia e in che modo il gatto mostra di averla contratta, quali sono le cause e quali sono le cure più efficaci per combattere il Morbo di Cushing.
Inutile nasconderlo: si tratta di una patologia piuttosto seria, detta anche iperadenocorticismo felino (HAF). Per fortuna non è così frequente e per manifestarsi presenta un eccesso di ormone cortisolo nel sangue. Questa sovrapproduzione dell’ormone, a sua volta, è causata o da un tumore delle ghiandole surrenali o all’ipofisi. A seconda del tipo di tumore essa prende il nome di Cushing surrenale o Cushing ipofisario.
Altra brutta notizia è che per questa patologia non si è ancora scoperta una cura definitiva, ma il lato positivo è che è piuttosto rara a differenza del Morbo di Cushing nel cane. Solitamente si presenta nei gatti che sono curati con corticosteroidi o in caso di diabete mellito. Le caratteristiche dei gatti più colpiti sono quasi sempre le stesse: sesso femminile, meticci e età adulta o anziana.
Naturalmente ogni gatto è una storia a sé: i sintomi non sono sempre gli stessi e non si presentano tutti insieme. Possono variare a seconda dell’esemplare, per questo la diagnosi talvolta può essere tardiva e non così scontata. Questi sono i segnali da individuare e soprattutto da riferire al nostro veterinario di fiducia, per spiegargli come si presenta il nostro gatto:
Il sintomo a cui prestare particolare attenzione riguarda la pelle del felino: la pelle può assottigliarsi fino al punto da sembrare quasi un velo. Lo si potrà avvertire al tatto e soprattutto constatandone la sensibilità a traumi e urti. Inoltre quando il gatto ha il diabete, possiamo insospettirci se notiamo una certa difficoltà a regolare l’insulina.
Sempre sulla pelle possiamo notare, oltre alla sottigliezza e ai possibili ematomi, anche dei punti neri, detti comedoni, zone calve sul tronco e addome, pelo rado, ascessi e iperpigmentazione.
Naturalmente il compito del padrone è limitarsi a riferire al veterinario i sintomi che abbiamo notato nel gatto negli ultimi giorni. Si tratta di una diagnosi non semplice da effettuare, anche perché la procedura è abbastanza lunga. Solitamente l’esperto sceglie di procedere con analisi del sangue e urina, controllare l’anamnesi completa del felino e la sua storia clinica; infine potrà scegliere di procedere con ulteriori test come radiografie, raggi X, risonanze magnetiche e alcuni esami specifici.
Sebbene non vi sia una cura definitiva, in alcuni casi l’asportazione del tumore surrenale o ipofisario è la soluzione più rischiosa ma anche quella più efficace. Se proprio non si vuole optare per l’operazione chirurgica si può tentare la somministrazione di alcuni farmaci specifici, come il metirapone. Se si usano corticosteroidi bisognerà osservare dei periodi di sospensione per evitare che il felino diventi dipendente da quella sostanza. In alcuni casi il padrone chiede consiglio ad un veterinario naturopata, per dei metodi omeopatici. Purtroppo in nessuno di questi casi è garantita la completa guarigione del micio, ma almeno un sollievo dei sintomi.
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F.C.
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